Sarà più facile partecipare alle campagne di screening oncologico in Toscana in futuro: grazie ad una app e a sistemi di prenotazione che consentano ai cittadini di iscriversi autonomamente o di spostare, in modo più semplice rispetto ad oggi, la data dell’appuntamento, grazie alla possibità magari di fare più esami e screening in una solo seduta (i cosiddetti multiscreening), con autoprelievi per quanto riguarda il papilloma virus o la riconsegna automatica dei campioni, altra modalità allo studio per il tumore al colon-retto ad esempio, con una sorta di contenitore frigorifero autotracciante.
Queste ed altre idee sono parte del nuovo piano regionale di sviluppo e innovazione delle attività degli screening oncologici, al centro della giornata di formazione rivolta agli operatori che si è svolta oggi all’Istituto degli Innocenti a Firenze ed organizzata da Ispro, l’istituto per lo studio, la prevenzione e la rete oncologica della Toscana, un’eccellenza non solo regionale, tanto da essere stato appena designato dal Ministero, per i meriti nel campo della prevenzione, quale autorità competente per l’Italia nell’azione comune del programma europeo per il potenziamento dei programmi di screening sui tumori.
Puntare sulla prevenzione è importante: quella primaria, che vuol dire sani stili di vita e riduzione dei fattori di rischio ambientale per determinate patologie, e quella secondaria, ovvero screening e controlli su popolazioni mirate per diagnosticare eventuali malattie ad uno stadio iniziale. “E sulla prevenzione e gli screening intediamo continuare ad insistere, con l’obiettivo di aumentare ulteriormente le percentuale di partecipazione “ commenta il presidente della Toscana, Eugenio Giani.
“La politica della prevenzione è connaturata con l’essenza della sanità pubblica – prosegue – Durante la pandemia c’è stata un rallentamento, ma siamo stati i più resilienti, e in quest’ultimo anno ho già visto un nuovo slancio e tante iniziative: anche quella coi camper per diffondere la cultura della prevenzione sul territorio”.
“Prevenire è importante per la tutela della salute individuale, per la tutela della salute collettiva ma anche per garantire la sostenibilità dei sistemi sanitari” chiosa l’assessore al diritto della salute, Simone Bezzini.
“La Toscana ha una grande storia sugli screening – ricorda poi -. E’ tra le regioni che più hanno sviluppato l’attività in Italia e con i più alti tassi di adesione, anche durante i due anni più complicati della pandemia”. Nel 2021 il 64 per cento della popolazione bersaglio che ha ricevuto un invito per lo screening mammografico ha partecipato ai programmi, identica percentuale per il tumore della cervice e il 46 per cento per il colonretto. In Italia la media è stata il 46, 35 e 30 per cento, il 63, 41 e 45 nel Nord Italia, il 48, 44 e 31 nel Centro Itlaia e il 23, 22 e 10 nel Sud Italia. L’adesione toscana dunque è molto più alta.
“Tuttavia - prosegue Bezzini - non ci accontiamo. Dobbiamo guardare avanti e rilanciare. Nelle linee di indirizzo per un nuovo piano di sviluppo e innovazione dell’organizzazione dei sistemi degli screening che abbiamo presentato oggi puntiamo all’uso delle tecnologie digitali, a meccanismi semplificati di accesso, ma anche a nuove campagne di informazione comunicazione”. “Per far ben funzionare le campagne di screening – prosegue l’assessore - sono necessari infatti due elementi: il primo è l’organizzazione del sistema sanitario e l’ottimo lavoro dei professionisti della sanita, l’altro è l’adesione dei cittadini che vanno coinvolti, anche per il tramite delle associazioni”. “Anche per questo – conclude l’assessore – prima di approvare il piano tra giugno e luglio, faremo ulteriori passaggi di confronto con i comitati di partecipazione e il consiglio dei cittadini”.
“Regione Toscana - spiega Katia Belvedere, direttrice di Ispro - ha ritenuto che il nostro sistema, sebbene all'avanguardia, potesse fare un ulteriore salto di qualità e da qui ha chiesto al nostro istituto una prima riflessione per la definizione del piano di innovazione e sviluppo per l'attività di screening. Quella di oggi è stata una prima occasione in cui gli operatori del servizio sanitario toscano hanno potuto ragionarne”.
La giornata all’Istituto degli Innocenti ha permesso un confronto sugli screening oncologici: in particolare quelli istituzionali per il tumore della mammella, della cervice uterina e del colon-retto che sono i tre garantiti tra i livelli essenziali di assistenza e che si rivolgono rispettivamente alle donne tra 50 e 69 anni (in Toscana da 45 a 74), alle donne tra 25 e 64 anni e a uomini e donne, per il colon-retto, tra 50 e 69 anni.
I tumori in Toscana
Tra il 2013 e il 2017 in Toscana, secondo i dati rilevati dal registro della Regione, ogni anno sono stati diagnosticati circa 25 nuovi tumori (esclusi quelli cutanei diversi dal melanoma), di cui il 51 per cento negli uomini (13 mila) e il 49 per cento nelle donne (12 mila). I tumori più frequentemente diagnosticati nelle donne sono il tumore della mammella che rappresenta il 29 per cento di tutte le diagnosi oncologiche, al secondo posto il tumore del colon-retto (11,5 per cento) e al terzo i tumori del polmone (7 per cento), mentre negli uomini al primo posto troviamo il carcinoma prostatico (17 per cento di tutti i tumori maschili), seguito dal tumore del polmone (15 per cento) e dal tumore del colon-retto (12 per cento).
Sempre tra il 2013 e il 2017 sono stati diagnosticati circa 3.500 casi di tumore della mammella ogni anno: 152,4 ogni 100 mila donne, in linea con i dati nazionali che indicano un tasso di incidenza medio pari a 149,7. Numeri stabili, a partire dai primi anni duemila, ma con meno morti (l’1 per cento un meno ogni anno) e sopravvivenza a cinque anni intorno al 90 per cento, sia per l‘efficacia delle nuove terapie sia per la diagnosi precoce.
Nello stesso periodo di tempo sono stati circa tremila l’anno (1400 nelle donne) i casi di tumore del colon-retto: 80,6 ogni centomila uomini e 54,3 ogni centomila donne. Un trend positivo, dove si riduce sia la mortalità sia l’incidenza, in particolare nella fascia di età tra 50 e 69 anni che è per l’appunto quella oggietto di screening. La sopravvivenza a cinque anni è del 65 per cento.
Il tumore della cervice uterina è il meno frequente dei tumori oggetto di screening istituzionale. In media vengono diagnosticati circa 200 casi l’anno, con un’incidenza media di 9,3 pazienti malate ogni centomila donne. E’ tuttavia il quinto tumore tra le donne più giovani, fino a 49 anni. La sopravvivenza a cinque anni è del 74,7 per cento.