FIRENZE - "Una decisione che lascia sconcertati: anche perch tra gli indagati c'erano rei confessi, che pubblicamente hanno raccontato di aver sparato con la mitragliatrice su donne inermi". Commenta cos il presidente della Toscana Enrico Rossi la scelta della magistratura tedesca di archiviare l'inchiesta nei confronti di otto ex ufficiali delle SS sospettati di aver partecipato alla strage di Sant'Anna di Stazzema, il paesino della Versilia dove nell'agosto del 1944, durante la seconda guerra mondiale, vennero massacrati 560 innocenti, in gran parte bambini, donne ed anziani. Il pi piccolo aveva appena venti giorni.
"La presenza lo scorso agosto a Sant'Anna del presidente del Parlamento europeo Schultz, che ha deciso di partecipare alla commemorazione della strage sottolinea Rossi -, aveva sancito in modo solenne che il dolore di quella comunit parte di una nuova cittadinanza europea: un'Europa unita non con il dominio ma con il diritto e la giustizia. La decisione ora del tribunale di Stoccarda ci fa fare un brutto passo indietro. Nessuno cerca vendetta: un massacro come quello di Sant'Anna reclama giustizia. Questo verdetto ora la nega".
I giudici tedeschi al termine di una lunga inchiesta hanno infatti detto che non c'erano elementi sufficienti per dimostrare la partecipazione dei 17 militari, otto dei quali ancora vivi, al massacro compiuto il 12 agosto 1944: soprattutto che non era stato possibile dimostrare che si trattato di un'azione pianificata e ordinata nei confronti di civili, provandone la responsabilit individuale.
Il 12 agosto 1944 a Sant'Anna di Stazzema i soldati della 16esima divisione della Waffen-SS "Reichsfuehrers-SS" fucilarono 560 uomini, donne e bambini. Il 22 giugno 2005, dieci ex ufficiali e sottufficiali tedeschi sono stati condannati all'ergastolo per il massacro dal tribunale militare di La Spezia. Al momento della sentenza - confermata in secondo appello e in Cassazione, con ergastoli quindi definitivi ma mai scontati - i dieci erano tutti ultraottantenni. Questi 10 ufficiali appartenevano al gruppo dei 17 soldati sui quali ha aperto l'inchiesta la procura di Stoccarda. Dei 17 sospettati otto sono ancora in vita, tra cui anche il 91enne Gerhard Sommer.