Aggiornare ed armonizzare, con un modello unico per l’intera Toscana, il sistema territoriale dell’emergenza sanitaria e socio-sanitaria, ovvero riorganizzare e migliorare il sistema delle ambulanze e dei mezzi di soccorso, ma anche il servizio di continuità assistenziale garantito dei medici di assistenza primaria e l’assetto dei servizi socio-sanitari territoriali.
Questi, in estrema sintesi, sono i pilastri su cui si basa la riforma del sistema territoriale dell’emergenza sanitaria e socio-sanitaria che, in attuazione del decreto ministeriale 77/2022, intende superare le criticità dell’attuale sistema, accrescere la capillarità dei servizi ed utilizzare al meglio le professionalità a disposizione. In quest’ottica verrà istituito anche il nuovo numero unico, 116117, dedicato alle esigenze sanitarie non urgenti.
Al centro della riforma, in un puzzle che vede incastrarsi la prossimità dell’intervento e la presa in carico a ciclo continuo con la sostenibilità di un sistema a misura di paziente o meglio di cittadino, vi è una nuova architettura che intende porre al centro la persona con lo scopo di fornire adeguate risposte ai bisogni dei cittadini. Gli effetti della riforma si misureranno in ogni caso anche negli ospedali, dove è attesa una riduzione degli accessi impropri ai pronto soccorso.
Secondo quanto emerso nella giornata odierna, organizzata al Lem di Livorno dall’azienda Usl Toscana nord-ovest e dal titolo “Le riforme regionali, continuità assistenziale, emergenza urgenza e riorganizzazione delle reti integrate”, occorrono soluzioni diverse a seconda dei territori in cui si opera. La formula – è stato detto – non può essere la stessa per tutte le città, per un borgo di piccole dimensioni, per un’isola, un’area interna o la montagna. Tutte le azioni operative, però, devono avere il medesimo obiettivo: assicurare ad ogni cittadino l’accesso a percorsi di cura ed a servizi vicino a casa, il tutto sulla base di lavori di equipe, con la collaborazione di medici e pediatri di famiglia, con la telemedicina quando utile e necessaria o con le cure domiciliari, con il coinvolgimento del terzo settore e del volontariato.
“Nel recepire il decreto ministeriale 77 non ci siamo limitati a un semplice adempimento burocratico ma ci abbiamo aggiunto un pensiero e un programma”, ha affermato l’assessore al Diritto alla Salute della Regione Toscana, Simone Bezzini, che dopo aver inviato i saluti in teleconferenza in avvio dei lavori alla mattina ha partecipato nel pomeriggio a una tavola rotonda con l’assessora alle Politiche sociali della Regione, Serena Spinelli, e al direttore della direzione regionale Sanità, welfare e coesione sociale, Federico Gelli, per concludere in serata l’approfondimento dedicato all’applicazione della riforma sul territorio toscano.
“L’obiettivo è migliorare la capacità di risposta rispetto ai bisogni dei cittadini”, ha aggiunto l’assessore Bezzini. “Quello in essere è un progetto che intende valorizzare le specificità della Toscana apportando ad esse un ridisegno complessivo”.
“Per la ridefinizione del modello organizzativo territoriale, che coinvolge i servizi sanitari, sociali e sociosanitari, ci siamo dati l’obiettivo di costruire fin da subito un modello capace di coniugare quanto previsto dal Pnrr e dal Dm77, ma anche di raccordarsi con il Piano nazionale dei servizi sociali e il Piano della non autosufficienza, in modo di andare nella direzione dell’integrazione dei percorsi già a livello di programmazione regionale”, ha affermato da parte sua l’assessora Spinelli.
Al convegno di oggi, mercoledì 1° febbraio, hanno portato i saluti anche il presidente del Consiglio regionale della Toscana, Antonio Mazzeo, e il presidente zonale della Conferenza dei sindaci, Luca Salvetti, sindaco di Livorno. Il Comune di Livorno, tra l’altro, ha dato il proprio patrocinio all’iniziativa. tra gli interventi introduttivi vi è stato anche quello del presidente della Conferenza dei sindaci dell’area aziendale Toscana nord-ovest, Sergio Di Maio, primo cittadino di San Giuliano Terme.
I nuovi indirizzi e le linee programmatiche sono in via di attuazione nelle aziende sanitarie toscane e quindi anche da parte dell’azienda Usl Toscana nord-ovest nei propri territori.
“Coinvolgeremo tutti gli stakeholders e sarà elaborata una prima proposta da contestualizzare a livello territoriale poiché ogni territorio ha caratteristiche ed esigenze diverse”, ha affermato la direttrice generale dell’azienda Usl Toscana nord-ovest, Maria Letizia Casani. “Coinvolgeremo la Conferenza dei sindaci, le Istituzioni locali, i comitati aziendali di partecipazione, i sindacati, gli ordini professionali”.
Tra gli interventi, è da segnalare quello del direttore Gelli, che ha inserito i contenuti della riforma nella continuità assistenziale e nei contenuti dell’emergenza urgenza sottolineando che “questa doppia riorganizzazione, organizzata in step, continua a porre la Toscana sul podio per quanto riguarda la qualità ed i livelli di assistenza sanitari e socio-sanitari” e che “è in ogni caso è in corso un monitoraggio che serve a misurare l’impatto nel tempo della riforma”.
Dirigenti e direttori dei vari dipartimenti dell’azienda Usl Toscana nord-ovest hanno affrontato, nel corso della giornata, le esperienze del territorio evidenziando le questioni dell’emergenza-urgenza, del 118, della continuità assistenziale. Altri direttori e coordinatori hanno invece posto l’accento sulla riorganizzazione della rete territoriale in applicazione del decreto ministeriale 77.
Quello che è emerso, nel complesso, è che la doppia riorganizzazione in corso, attesa da anni, è il frutto di un confronto con professionisti ed associazioni del volontariato, sindaci e sindacati, associazionismo e ordini professionali, il tutto seguito da un percorso di ascolto che ha coinvolto i territori ed i cittadini.
La successiva tavola rotonda con gli assessori Bezzini e Spinelli, il direttore Gelli e rappresentanti delle strutture regionali, è stata incentrata proprio sull’applicazione della riforma sul territorio e sulle implicazioni del decreto 77. In questa sede è stato evidenziato che il contesto in cui la riforma si muove è quello di un territorio regionale in cui popolazione invecchia, un territorio che vede l’inversione della piramide demografica e il conseguente aumento dell’incidenza e della prevalenza delle patologie croniche. Per questo motivo – è stato detto – occorre un modello di presa in carico più continuo e più vicino al domicilio del cittadino.
La Toscana – secondo quanto emerso – ridisegna di conseguenza l’architettura della nuova assistenza socio-sanitaria territoriale che andrà a regime nei prossimi tre anni e che avrà i suoi tre pilastri nelle case di comunità, ospedali di comunità e centrali operative territoriali. Si punta sull’integrazione e il potenziamento delle cure domiciliari, sullo sviluppo dei percorsi di prevenzione per gestire meglio le malattie croniche e sulla presa in carico sul territorio. Un ruolo importante l’avranno l’innovazione ed i servizi digitalizzati, la telemedicina e il telemonitoraggio.
Nel percorso di ascolto e confronto che ha accompagnato il varo della riforma sono stati incontrate e sentite le direzioni sanitarie con le loro articolazioni interne, la Conferenza regionale dei sindaci, la commissione Sanità del Consiglio regionale, gli ordini professionali, i sindacati, il Consiglio dei cittadini e Anci Toscana.
“La centralità dei territori, i servizi di prossimità e le case di comunità, sono i pilastri su cui costruire percorsi in grado di dare una risposta sempre più integrata ai bisogni di salute e di protezione sociale delle persone al fine di prendersene cura in maniera complessiva, soprattutto a fronte della fase di grave crisi economica e sociale che stiamo vivendo”, ha affermato ancora l’assessora Spinelli. “La capacità di fare rete sul territorio e di lavorare in maniera sinergica tra le diverse professionalità ed i vari servizi coinvolti, con le amministrazioni locali e il terzo settore, sarà decisiva per rinnovare migliorandolo il modello toscano di integrazione socio-sanitaria e socio-assistenziale”.
“Questa riorganizzazione rappresenta uno dei passaggi più importanti che abbiamo di fronte in questa legislatura”, ha detto infine l’assessore Bezzini. “Abbiamo deciso di raccogliere la sfida del Dm77 e degli investimenti infrastrutturali che arriveranno con il Pnrr mettendo in campo un progetto toscano che costruisce nuovi pezzi di welfare e stato sociale. La Toscana non parte da zero. Da quindici o venti anni stiamo lavorando con più progetti sulla sanità territoriale ponendoci all’avanguardia, dalle case della salute all’infermiere di comunità e di famiglia, solo per fare qualche esempio. Abbiamo fatto tesoro di quanto realizzato e andiamo ancora avanti”.