Il ruolo delle Rsa alla luce dell’esperienza della pandemia, dei nuovi orizzonti normativi del settore, delle prospettive per la presa in cura delle persone anziane e della non autosufficienza.
Sono stati questi i tema al centro dei tre incontri tra l’assessora regionale alle politiche sociale, Serena Spinelli, le Aziende Usl e i gestori delle Rsa toscane.
Gli incontri sono stati organizzati in collaborazione con le tre Asl e si sono svolti mercoledì a Siena per la Toscana Sud-Est, ieri a Pisa per la Toscana Nord Ovest e oggi a Empoli per la Toscana Centro.
Insieme all'assessora sono stati presenti i dirigenti Asl e della Regione Toscana coinvolti nei percorsi di assistenza e cura delle persone anziane non autosufficienti e della residenzialità.
“Era importante avere la possibilità di un confronto diretto dopo due anni davvero molto impegnativi per le RSA” - ha detto Spinelli che ha promosso gli incontri. “L’emergenza Covid ha avuto un impatto pesante sul loro lavoro, dovendo operare in condizioni difficili, attuando le molte misure anti-contagio e tenendo conto dell’evoluzione delle direttive legate all’andamento della pandemia. Ho ritenuto necessario attivare questi momenti di incontro, uno per ciascuna Asl, finalizzati certamente all'analisi delle difficoltà di gestione e delle criticità, ma con lo sguardo rivolto al futuro, verso la revisione e il miglioramento del nostro modello di presa in cura complessiva delle persone anziane non autosufficienti, di cui le Rsa sono un tassello importante”.
“Sappiamo che il Covid non è sparito e che in particolare nei luoghi dove vivono persone fragili si deve ancora mantenere la massima attenzione. Sappiamo che, come su tutto il territorio nazionale, anche in Toscana c’è carenza di personale infermieristico e di operatori socio sanitari e nei mesi scorsi abbiamo cercato di adottare misure volte a contrastare almeno in parte questa contingenza negativa. Sappiamo infine che il recente aumento dei costi energetici impatta negativamente sui bilanci” – ha dichiarato l’assessora - Tutte criticità che ci impegniamo anche a portare all’attenzione dei tavoli nazionali dove si discute di non autosufficienza e di Rsa, insieme a quell’attenzione alla complessità dei bisogni dei nostri ospiti, che ha sempre caratterizzato il modello a cui si ispirano le nostre strutture”.
“Ritengo che questi incontri con i responsabili delle Rsa siano stati utili – ha proseguito – “condividendo l’obiettivo di trasformare le criticità emerse durante l’emergenza Covid in un’occasione per rivedere e migliorare il sistema. Le Rsa sono parte di un sistema che deve rafforzarsi per dare risposte sempre migliori e più appropriate, a fronte di una popolazione anziana in costante aumento: in Toscana gli over 65 sono un quarto della popolazione ed è una quota che andrà crescendo nei prossimi anni. Anche per questo abbiamo impostato e stiamo avviando un articolato percorso per ridefinire insieme il modello complessivo, attraverso l’attivazione di una serie di tavoli tecnici, in cui chiediamo la partecipazione di tutti gli attori del sistema e i soggetti interessati”.
“Quello che vogliamo è un modello di risposte integrate, incentrato sulla valutazione multidisciplinare del bisogno e sul piano di assistenza personalizzato, capace di rafforzare la capacità di risposta sanitaria ma anche di mantenere un modello di Rsa basato sulla socialità e l’apertura verso la comunità, di dare assistenza domiciliare in modo che le persone anziane possano continuare a vivere in maniera supportata, fino a quando è possibile, nel loro ambiente domestico e di relazioni e di fornire risposte modulabili e differenziate, anche di tipo residenziale e semi-residenziale, sulla base delle condizioni personali e dei diversi livelli di autosufficienza”, ha concluso l’assessora Spinelli.
Attualmente in Toscana le Rsa sono 339, il 71% private e 29% pubbliche. Per una offerta complessiva che supera i 14.000 posti letto per non autosufficienti.
La Regione Toscana per il 2022 ha stanziato 206 milioni per le cosiddette quote sanitarie, che sono stati messi a disposizione delle Aziende per l’inserimento ed il mantenimento degli ultrasessantacinquenni non autosufficienti nelle Residenze sanitarie assistenziali e nei Centri diurni.
A questi si aggiungono 58 milioni di euro per i servizi domiciliari e per gli inserimenti temporanei in strutture residenziali e semi residenziali.