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7 luglio 2012
9:26

Rossi su Il Tirreno: 'Smantellano la sanità pubblica'

FIRENZE - "Se il governo conferma i tagli annunciati sarà un colpo micidiale per la sanità pubblica", a dirlo è il presidente della Toscana Enrico Rossi in un'intervista rilasciata ieri al giornalista de Il Tirreno Mario Lancisi e pubblicata oggi a pag. 3 del quotidiano.

«Vogliono toglierci altri 900 milioni su un bilancio di oltre sei miliardi - dice Rossi - così sarà impossibile mantenere i servizi attuali: saranno più scadenti e si metterà in pericolo la salute»

Link al pdf originale dell'articolo.

Ecco il testo integrale dell'intervista:

Rossi contro Monti «Smantellano la sanità pubblica»

Il governatore: altri tagli e ci rimetteranno solo i pazienti, tassino piuttosto i grandi redditi e riducano le spese militari

FIRENZE «Se il governo conferma i tagli annunciati è un colpo micidiale alla sanità pubblica. Quindi o nei prossimi giorni si riapre il confronto con il governo o le Regioni porranno una questione costituzionale. Non si può stravolgere con interventi verticistici un settore di competenza delle Regioni», polemizza il presidente della giunta regionale Enrico Rossi di ritorno da due giorni di trattative romane.

Le solite lamente sui tagli?

«I contenuti del decreto dimostrano che i governo dei competenti e dei tecnici non è preparato ad affrontare una questione delicata e complessa come la sanità. I tagli, la lotta agli sprechi, le razionalizzazioni mi vanno bene. E noi in Toscana con lo spending review lo stiamo facendo».

Però?

«Semplice. Se sommiamo i tagli di Monti e di Tremonti per i prossimi tre anni si prospetta un taglio del 15% alla sanità. Per la Toscana significa tra i 650 e i 900 milioni in meno su un bilancio di oltre 6 miliardi. Chi ce la fa a mantenere i servizi sanitari?».

Allora che fare?

«Bisogna essere onesti con il Paese. In Italia vogliamo mantenere la sanità pubblica oppure no? Io sono per mantenerla, ma se il governo la pensa diversamente lo dica. Non può subdolamente perseguire un obiettivo che di taglio in taglio porta diritti allo smantellamento».

Lasciamo da parte le grandi questioni e veniamo alle misure del governo. Che non le piace?

«Prendiamo ad esempio la riduzione della spesa su prestazioni e beni del 5% in modo indifferenziato, in Toscana come in Calabria, in Campania come in Emilia. Assurdo. Si taglia, ma solo per il 2012, il 6% della spesa farmaceutica a carico dell'industria, si é messo un tetto ai dispositivi medicali. Già oggi i nostri centri di acqisto costringono le ditte al massimo sconto possibile. Ma c'è un limite oltre il quale si rischia di dare ai cittadini servizi scadenti. Di mettere in pericolo la salute. Se, per fare un altro esempio, io chiedo alle ditte che forniscono il cibo di abbassare il prezzo di un altro 5% il danno lo subiscono i pazienti con un mangiare più scadente. E questo ragionamento vale per tutto. Dalla pulizia all'acquisto dei macchinari fino ai medicinali».

Niente da salvare?

«E' inaccettabile il metodo lineare. Si taglia tutto e tutti alla stessa misura. Salvo invece la proposta di Bondi, che ha individuato 54 tipologie di beni, come le pulizie, le lavanderie, le mense e così via. Bondi ha calcolato che si potrebbe risparmiare dal 25 al 60%. Bene questo ci interessa. Non è un taglio lineare, uguale per tutti, ma un intervento diversificato che spinge il sistema verso una maggiore efficienza. I settori su cui intervenire possono essere diversi: frodi e abusi, spese legali, per le quali la sanità spende 700 milioni all'anno, di questi 500 solo in Campania. E quindi vadano lì a vedere cosa non funziona. Mandino gli ispettori. Controllino. Ma non si possono mettere sulla stessa bilancia regioni virtuose e quelle che magari lo sono meno».

Cosa succederà per i piccoli ospedali?

«In Toscana nel 1988 avevamo 93 ospedali. Oggi ne sono rimasti 43. Adesso abbiamo una situazione positiva e ciò che è rimasto serve. Per avere efficienza occorre garantire un utilizzo costante ed elevato delle strutture e delle tecnologie. Un esempio i punti nascita con un attività sotto i 500 parti l'anno è meglio chiuderle nell'interesse dei cittadini. Per questo in Toscana li abbiamo già chiusi.

Si metta nei panni di Monti o del ministro della sanità. Che cosa avrebbe fatto? «Sarei intervenuto con un mix di misure. A cominciare dalla mini patrimoniale per i grandi redditi. Avrei tassato di più i capitali scudati. Avrei fatto una spending review come quella proposta da Bondi. E, visto che i politici devono dare il buon esempio, avrei chiesto ai parlamentari di utilizzare anche loro il sevizio sanitario nazionale rinunciando al proprio fondo integrativo e risparmiando così diversi milioni all'anno.

Renzi ha proposto una riduzione delle spese militari.

«Giusto, sottoscrivo. E' una vergogna che il governo non l'abbia fatto».

Le chiedo uno sforzo di sincerità. Davvero è stato raschiato il fondo del barile e non c'è più nulla da tagliare?

«Sprechi e spese che in tempi di crisi si possono evitare forse ce ne sono. Con lo spending review sta venendo fuori. Al tutte le Asl ho chiesto di tagliare su automezzi, formazione, affitti. E le risposte che stanno arrivando dai direttori generali dimostrano si può risparmiare ancora. Ma si tratta pur sempre di cifre modeste rispetto ai tagli prospettati. Non mi preoccupa il taglio di un miliardo alla sanità nazionale per il 2012. E' l'assommarsi delle manovre di questo governo con quello che lo ha preceduto che mi preoccupano. Se la Toscana deve fare a meno di 600-900 milioni chi ce la fa a tenere gli ospedali aperti?».

(m.l.)