
Pubblichiamo l'intervento odierno uscito a firma di Enrico Rossi sul Tirreno di Livorno
L'Italia è tra i paesi che rischiano, dal 2014 al 2020, di subire una riduzione dei finanziamenti europei per l'agricoltura. In base a quanto previsto dalla proposta dell'UE si tratta di 200 milioni in meno, con possibili ripercussioni negative anche per le 50mila imprese agricole toscane.
Lunedì a Bruxelles ho partecipato ad un incontro delle regioni sulla Pac ed ho presentato alcune proposte per evitare ricadute negative sulla nostra realtà agricola:
- riservare una percentuale significativa delle risorse europee alle produzioni agricole in aree specifiche, come collina e montagna;
- consentire alle Regioni una maggiore flessibilità nella gestione delle risorse, in modo da indirizzarle in base alle proprie peculiarità territoriali e produttive, penso ai giovani, alle produzioni tipiche fino alla commercializzazione;
- considerare tra i parametri per la ripartizione non solo la superficie agricola, ma anche l'occupazione, la qualità dei prodotti e la specificità dell'ambiente e del paesaggio;
- rafforzare le misure in favore dei giovani agricoltori per agevolare un ricambio generazionale nel settore.
La nuova programmazione degli aiuti per l'agricoltura è una occasione per proporre la Toscana come protagonista di una politica riformatrice, che assicuri maggiore equità nella ripartizione degli aiuti e un rafforzamento delle politiche di sviluppo rurale.
Si tratta di risorse importanti: 43,5 miliardi dal 2014 al 2020.
Per la Toscana qualcosa come 160 milioni all'anno, che in base ai correttivi che ho proposto a Bruxelles potrebbero crescere o comunque mantenersi invariati pur in presenza di una diminuzione delle risorse, stimata intorno al 7% a livello nazionale. Per questo è molto importante che gli aiuti diretti ai nostri agricoltori possano essere gestiti dalle Regioni con ampia flessibilità in modo da favorire i produttori nelle aree agricole marginali.
Si dovrebbero valorizzare al massimo i benefici del greening, (l'ecologizzazione delle produzioni agricole) soprattutto per alcune produzioni e territori, come sono appunto le nostre colline o le zone montane. Penso ai nostri oliveti e vigneti, ai terrazzamenti delle colline che presentano un alto valore paesaggistico. Ho proposto che queste aree debbano accedere automaticamente e con procedure semplificate ai benefici del greening.
Alcune di esse sono infatti soggette anche a vincoli naturali, essendo ad alto interesse ecologico e fondamentali non solo per la bellezza del paesaggio ma anche per l'assetto idro-geologico, così importante a fronte di cambiamenti climatici che portano a conseguenze spesso drammatiche, come esondazioni e frane.
Infine una questione per me cruciale: i giovani agricoltori. L'età media degli agricoltori anche nella nostra regione si avvicina ormai ai 60 anni. Ritengo che occorra rafforzare le misure in favore dei giovani e dei neo-agricoltori per assicurare un ricambio generazionale senza il quale non c'è futuro per la nostra agricoltura.