FIRENZE - "Leggo sui giornali della lunga lettera che non ho ancora ricevuto ma che so che mi hai indirizzato riguardo ad una possibile interpretazione estensiva della legge Viareggio. Credo tuttavia che quella norma o si applica o si modifica, ma che in ogni caso non sia assolutamente possibile "forzarla" in alcun modo, come mi pare di capire ti abbiano già spiegato i tuoi uffici".
Il commissario alla ricostruzione di Viareggio in seguito alla tragedia del 29 giugno 2009, Enrico Rossi, risponde così al sindaco di Viareggio, Luca Lunardini, che gli ha scritto in merito alla possibilità di estendere i benefici della cosiddetta legge Viareggio anche alla convivente more uxorio di una delle vittime, circostanza esclusa dall'attuale testo della 106/2010.
"Tu sai bene – precisa infatti Rossi – visto che lo scrivi in un passaggio della tua lettera che, consapevole dei problemi che l'attuale testo pone, ho scelto la strada di proporre al Parlamento di emendarla, così da metterci in condizione di ricomprendere tra i beneficiari sia i parenti attualmente esclusi che i conviventi delle vittime. Gli uffici regionali sono al lavoro per definire un testo da proporre ai capigruppo parlamentari. Si tratta di un percorso condiviso dai familiari delle vittime e dalla stessa signora Biancalana, presente all'incontro avvenuto alcuni giorni fa a Firenze".
Il Commissario Rossi ricorda poi che oltre al "caso Biancalana", sono numerosi altri i problemi da superare per giungere ad una corretta, equa e compiuta applicazione della legge, a partire dal fatto che al momento non tutti i possibili beneficiari hanno presentato la domanda per accedere ai contributi e non lo ha fatto nessuno dei familiari delle vittime straniere.
"Come vedi caro sindaco – aggiunge il commissario Enrico Rossi – sono tanti i nodi che la Legge Viareggio pone e numerose le sue implicazioni. Noi abbiamo delineato un possibile percorso, il cui compimento sarebbe sicuramente più agevole se tutti spingessimo nella stessa direzione, con pazienza e determinazione, ma senza forzature o fughe in avanti. Anch'io ti saluto cordialmente".