Istituzioni
13 luglio 2011
15:39

Riordino istituzionale, le Province avevano detto sì. Falso dire che nascono 40 nuovi enti

FIRENZE - Le Province toscane si dicono oggi contrarie e dubbiose sulla proposta di legge di riordino istituzionale che la giunta ha approvato lunedì. Ma venerdì, fanno sapere dagli uffici della Regione, tutti i rappresentanti degli enti locali avevano dato il loro via libera, Province comprese: d'accordo sul nuovo articolo 24, dove l'espressione "associazione tra Province" è stata sostituita con le parole "esercizio associato di funzioni tra Province" , e d'accordo sullo spirito e i contenuti dell'intera proposta di legge, come appare dal verbale. Solo su un punto dell'articolo 2, al comma 1, si sono verificate alcune divergenze, sottolineano sempre dagli uffici: divergenze anche queste puntualmente riportate nel verbale.

La legge Nencini prevede il superamento delle Comunità montane, che potranno essere trasformate, se i Comuni lo vorranno, in Unioni di comuni, l'esercizio associato di funzioni tra le Province, e ancora incentivi alle fusioni tra piccoli comuni. C'è anche la valorizzazione dell'area vasta della Toscana centrale e il sostegno ai comuni più disagiati, montani e insulari, attraverso il finanziamento di servizi di prossimità e vicinato.

Non nasceranno 40 nuovi enti

Le Province toscane dicono che anziché razionalizzare si complica il quadro istituzionale, creando 40 nuovi enti. Non corrisponde al vero, si ribatte da parte della Regione: infatti oggi, che la proposta della giunta regionale non è ancora legge, le Unioni di Comuni esistono già. In Toscana sono otto. Un decreto del governo, il decreto Tremonti, spinge inoltre i Comuni a costituirsi in Unioni per governare almeno due funzioni fondamentali, a partire dal 1 gennaio 2012.

Tredici Unioni al posto di tredici comunità, con meno costi

Le Unioni che potrebbero nascere per scioglimento delle Comunità montane saranno al massimo tredici, quante oggi sono le comunità rimaste, precisano sempre dagli uffici della Regione. Ma poiché al vertice avranno i sindaci, non costeranno ai cittadini nemmeno un centesimo. E comunque la possibilità di una loro trasformazione era già prevista dalla legge regionale 37 del 2008, a cui l'Unione delle province toscane non si era allora opposta.

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