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3 gennaio 2020
14:43

Rimossa edicola confiscata a mafia, Bugli: “Colpo ai cittadini attivi contro criminalità"

La struttura era gestita dall'associazione Libera e al centro di progetti con le scuole   

Rimossa edicola confiscata a mafia, Bugli: “Colpo ai cittadini attivi contro criminalità
Il punto dal quale è stata rimossa l'edicola a Pisa

"La Regione ha condiviso e sostenuto, fin dal primo momento, la battaglia di Libera per mantenere in vita l'edicola di Borgo Stretto a Pisa, confiscata anni fa alla mafia e divenuta simbolo dell'impegno contro la criminalità organizzata. Per questo la rimozione, dall'oggi al domani, di questa struttura, è un atto che non condividiamo. Il sindaco aveva preso impegni pubblici a trovare una soluzione dopo che vi fu, tra l’altro, una vasta mobilitazione di cittadini e istituzioni per garantirne la sopravvivenza". 
Così l'assessore Vittorio Bugli commenta la rimozione dell'edicola nel centro di Pisa, confiscata anni fa ad un clan mafioso e data in gestione all'associazione Libera. 
L’edicola è stata oggetto di tanti laboratori sociali e di un progetto di riutilizzo con l’università di Pisa.
“Chiediamo - continua Bugli - che il sindaco dia una spiegazione riguardo a questa decisione unilaterale, arrivata come un fulmine a ciel sereno, quando ancora era in corso un confronto per trovare soluzioni adeguate. Una decisione che rischia, oggi, di vanificare anche l'opera di sensibilizzazione sfociata in un progetto avviato con gli studenti delle scuole pisane, cancellando il lavoro fatto nei mesi scorsi e i messaggi di speranza che i ragazzi avevano affidato alle decine di lettere esposte nell'edicola in una bacheca".

Su facebook il deputato leghista Edoardo Ziello ha definito l’edicola “una carcassa di ferro degradata”. “Sono parole - osserva l'assessore - specialmente se dette da un rappresentante della Repubblica, che non possono essere accettate. Sappiamo, visto anche il lavoro importante che stiamo facendo da anni su questo tema, quale debba essere la lotta alla criminalità organizzata, ma vedere così malamente messo al tappeto l’impegno di giovani che da un momento all’altro, senza preavvisi, si sono visti togliere questo importante simbolo e con esso materiale realizzato da ragazzi delle scuole, è un segnale negativo e preoccupante. Sono giovani che attraverso l’utilizzo di questo bene confiscato marcavano il loro impegno di cittadini attivi per la lotta alle mafie dando esempio un concreto di come questa battaglia debba essere condotta tutti insieme. Attorno a quell’edicola, che Ziello definisce ‘carcassa di ferro’, si è mobilitata un’ampia fetta della popolazione, dalle scuole alle associazioni studentesche, con il supporto di Don Luigi Ciotti e dei Rettori delle Università di Pisa e della Scuola Superiore Sant’Anna. E ora questi soggetti hanno ricevuto un colpo ferale proprio dalle Istituzioni. Tutto ciò è brutto e basta, e questo non lo si può nascondere dietro alcunché”.