Salute
Tutta la Toscana
4 dicembre 2023
16:05

Raccolta di firme per salvare la sanità, Cgil consegna alla Regione le prime sessantamila 

Il presidente Giani e l’assessore Bezzini ringraziano: “In questo momento serve una mobilitazione unitaria e popolare” 

Raccolta di firme per salvare la sanità, Cgil consegna alla Regione le prime sessantamila 

La giunta regionale ringrazia la Cgil e lo Spi-Cgil, il sindacato dei pensionati, per le prime 60 mila firme raccolte e la mobilitazione tra i cittadini a difesa della sanità pubblica e universalistica. Un’iniziativa, con l’ ulteriore campagna “Impazienti” che parte oggi on line (senza sigle, perché la sanità pubblica appartiene a tutti), in appoggio al progetto di legge nei mesi scorsi proposto dalla giunta regionale e presentato al Parlamento e che chiede di portare strutturalmente, in quattro anni,  al 7,5 per cento del Pil il finanziamento annuo statale del servizio sanitario nazionale. Per dare certezze alla programamzione, per una sanità efficiente, per assumere nuovo personale e per mantenere alta la qualità dei servizi.

La consegna delle firme c’è stata stamani. L’obiettivo, dopo le prime 60 mila raccolte nei gazebo e in piazza, è di arrivare on line complessivamente a 100 mila: si potrà firmare fino a metà dicembre, all’indirizzo change.org/impazienti

 “Oggi in Italia solo il 6,2 per cento del Pil nazionale è destinato alla sanità – spiega il presidente della Toscana, Eugenio Giani - Nel 2020 era il 7,2: un punto percentuale in meno in tre anni, di fronte a prezzi e costi che a causa dell’inflazione sono aumentati. In Germania e in Francia riservano alla sanità il 9 per cento del Pil. Noi chiediamo di allinearci almeno alla media europea”. 

“La Costituzione – aggiunge - recita che la Repubblica tutela la salute come diritto fondamentale dell’individuo. Ma per farlo servono maggiori investimenti e soprattutto certezze. Anche stavolta invece ci ritroviamo alla fine dell’anno ed ancora in Toscana non sappiamo se il Governo ci riconoscerà i 40 milioni dovuti per legge per l’assistenza sanitaria ai cittadini immigrati o cosa sarà del payback per le forniture sanitarie che un’altra legge dello Stato ha stabilito e che dunque abbiamo considerato nel nostro bilancio: circa 100 milioni l’anno, con crediti ancora da riscuotere dal 2019”.   

“Rigraziamo la Cgil – commenta l’assessore al diritto alla salute, Simone Bezzini - per aver portato tra le persone la nostra proposta di legge, facendo loro comprendere che in questo momento storico c’è bisogno di una grande mobilitazione unitaria e popolare a difesa della sanità pubblica e per  destinarvi maggiori risorse. Altrimenti il sistema scivola verso il privato e noi non lo vogliamo”. 

“Il timore che il Governo, senza dichiararlo esplicitamente,  voglia proprio questo  c’è – risponde Bezzini ai giornalisti  -. Nelle legge di stabilità infatti non ci sono risorse aggiuntive vere per la sanità ma si alza ad esempio, contemporaneamente, il tetto per poter ricorrere al privato e sul payback, previsto da una legge dello Stato e il cui gettito lo Stato dovrebbe garantire, si scarica tutto sulle spalle delle Regioni”. 

“Negli ultimi anni sono stati fatti tagli esagerati sulla sanità – si sofferma il segretario generale della Cgil Toscana, Rossano Rossi - : 37 miliardi in meno, spesi nel privato e che non tutti si possono permettere. In Italia ci sono oramai 12 milioni di persone che non si curano più adeguatamente. Per risolvere i problemi della sanità servono buone idee e volontà ma anche risorse. Invece si taglia e la Toscana, proprio perché tra le poche regioni che ancora investono di più nel pubblico, rischia di essere paradossalmente più penalizzata”.  

Di “un ordigno messo sulla sanità pubblica” parla Alessio Gramolati, segretario toscano della Spi-Cigl.  “La manovra del Governo, determinando uno sbilancio di questo genere, provocherebbe un aumento dei costi a carico dei cittadini, perché si dovrebbero recuperare le risorse per pareggiare i costi, e una diminuzione dei servici. Sessantamila toscani hanno già detto che c’è un’altra strada da percorrere”.