FIRENZE - Duemilaottocento aziende che lavorano nella nautica da diporto, da Viareggio a Pisa, da Livorno a Carrara e Grosseto ma anche nell'entroterra , e 15 mila dipendenti, quasi tutti in imprese piccole e medie che non superano i cinquanta addetti. Aziende che costruiscono grandi e piccoli yacht, ma che si occupano anche della manutenzione od offrono servizi a chi ama andar per mare. E' la fotografia della nautica in Toscana, che conta solo a Viareggio cinque delle prime quindici aziende nel mondo ed un altro colosso a Livorno. E da questo patrimonio, da valorizzare e rendere pi competitivo, occorre ripartire: soprattutto ora che, dopo 15-20 anni di crescita a due cifre il settore ha subito nel mondo una frenata brusca, nelle imbarcazioni sotto i trenta metri, imposta dalla crisi economica.
Se ne parlato oggi a Livorno, dove alla locale Camera di Commercio stato presentato il rapporto "Foresight regionale" previsto nel progetto "Innautic -spc", finanziato dal programma europeo di cooperazione transfrontaliera Italia-Francia Marittimo, che nella prossima programmazione dei fondi strutturali, con l'allargamento dello spazio alla regione della Provenza e della Costa azzurra vedr concentrarsi al suo interno la produzione mondiale di yacht.
"Il peso della Toscana nella nautica nei numeri: 1060 aziende tra Viareggio e Massarosa con quasi 6400 addetti, 640 imprese a Livorno, oltre 400 a Massa Carrara spiega l'assessore alle attivit produttive della Toscana, Gianfranco Simoncini . Ma negli stessi numeri c' anche il suo punto debole: mediamente ogni azienda conta poco pi di cinque dipendenti. In un mercato che si fatto pi agguerrito per conservare il primato toscano anche in futuro occorre sostenere le reti di impresa. Ed quello che come Regione stiamo facendo: per favorire il mantenimento della posizione di eccellenza nei megayacht ma anche per spingere le imprese che costruiscono piccoli yacht ad una forte innovazione, essenziale". Innovarsi necessario anche per l'adozione di nuove normative che spingono verso imbarcazioni pi leggere e con un minor impatto sull'ambiente. E fare squadra, stringere sinergie, integrare, ricomporre le filiere produttive e creare reti un modo per non farsi trovare impreparati e far fare un salto di qualit anche alle piccole imprese.
L'assessore nel suo intervento ricorda anche la scelta fatta con la costituzione del distretto integrato della nautica, che ha ricevuto il via libera dalla giunta regionale a settembre, e il buon lavoro portato avanti dal Polo di innovazione, che fornisce servizi ad oltre 200 aziende.
"Con il distretto, che attua quanto gi previsto nel programma regionale di sviluppo, spiega Simoncini vogliamo dar vita ad un comitato snello che riunisca insieme i settori della cantieristica, della sub fornitura e della componentisca, gli imprenditori e le loro organizzazioni, i lavoratori attraverso i sindacati e gli enti locali e che diventi un interlocutore costante per la Regione per tutto ci che riguarda le politiche industriali del settore".
Il distretto della nautica si affianca ai cinque distretti tecnologici che gi esistono e che insieme ai Poli per l'innovazione costituiscono i pilastri della strategia regionale per l'innovazione e il trasferimento tecnologico. "Strada obbligata ripete Simoncini per il rilancio del manifatturiero nella nostra regione". E in questo caso della nautica.