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16 luglio 2022
14:35

Nardini, “Il dovere della memoria comporta il dovere dell’impegno”

L’assessora nel giorno della commemorazione delle vittime della strage nazifascista di Aiale

Nardini, “Il dovere della memoria comporta il dovere dell’impegno”

“Essere qua oggi significa non solo portare avanti il dovere della memoria ma soprattutto il dovere dell’impegno che ci deve spingere a non abbassare la guardia rispetto ai tanti, troppi episodi di discriminazione, di violenza, di rigurgiti nazifascisti a cui ancora assistiamo nel nostro Paese e non solo”.

Lo ha detto l’assessora regionale con delega alla cultura della Memoria Alessandra Nardini partecipando stamani alla commemorazione, organizzata dall'Amministrazione Comunale, in ricordo delle vittime della strage di Aiale, nel comune di Casciana Terme Lari, dove, settantotto anni fa, a guerra ormai finita, la follia nazifascista si abbatté sulla popolazione inerme del piccolo borgo di Aiale, uccidendo 17 persone innocenti. Erano presenti i familiari, la prefetta di Pisa e il presidente della Provincia, l’Anpi e l'Aned, amministratrici e amministratori dei Comuni vicini, autorità civili e militari, insieme alle associazioni e alla cittadinanza.

“Quest'anno ricorrono i 100 anni dalla marcia su Roma – ha proseguito Nardini – Una data cruciale in quel ventennio così buio e vergognoso. Mi auguro che il nostro Paese trovi il coraggio una volta per tutte di fare i conti con la propria storia, e decida di sciogliere le associazioni che si richiamano al nazifascismo. A chi oggi prova a dire che parlare di antifascismo e di fascismo è anacronistico, rispondiamo che invece è necessario. A chi vorrebbe rinnegare o riscrivere la storia, rispondiamo che la storia va conosciuta, studiata, approfondita, rispondiamo con l’orgoglio della memoria delle partigiane e dei partigiani, delle madri e dei padri della nostra bella e preziosa Costituzione. Lo dico in questa terra che ha avuto l’onore di ospitare Teresa Mattei, la partigiana Chicchi, che dette un contributo importante nella stesura della Costituzione, aggiungendo due paroline, dal significato enorme: quel “di fatto” all’articolo forse più bello, l’articolo 3”.

Ricordando poi che a pochi chilometri da Aiale, a San Rossore, furono firmate le legge razziali, atto che portò il nostro Paese a uno dei punti più bassi che l’umanità abbia toccato, ricordando anche l'allontanamento di tante studiose e studiosi, studentesse e studenti, Nardini ha sottolineato il valore della cultura e quanto al nazifascismo questo facesse evidentemente paura.

“Per questo la cultura oggi continua ad essere l’arma più potente che abbiamo per costruire un futuro diverso, di uguaglianza, di pace, di solidarietà, dove non ci sia più spazio per odio, discriminazioni e violenze – ha detto.

"Il nazifascismo ha discriminato e perseguitato tutti coloro che erano considerati 'diversi', 'inferiori', 'pericolosi', tra cui ebrei, oppositori politici, disabili, malati psichici, rom, sinti, omosessuali. Oggi non possiamo voltarci dall'altra parte di fronte a discriminazioni e violenze che ancora esistono, seppur in forme diverse. La strada dei diritti, dell'uguaglianza, delle piene pari opportunità è ancora lunga. Di fronte ai tanti orrori che siamo tornati a vedere a causa di una guerra che insanguina le porte dell’Europa, dobbiamo ricordarci che i diritti che crediamo acquisti per sempre a partire dalla pace, dalla libertà e dalla democrazia, vanno difesi e tutelati ogni giorno e per farlo si comincia dalla scuola”.

Nardini ha ricordato poi anche le altre guerre che insanguinano il mondo, troppo spesso nel silenzio. Riferendosi al periodo fascista ha poi avuto un ricordo per gli antifascisti locali uccisi in quegli anni per non aver mai rinnegato le proprie idee: Gino Bonicoli, mezzadro cascianese ucciso a soli diciotto anni, Carlo Cammeo freddamente assassinato davanti ai propri allievi nel giardino della scuola dove insegnava, a Pisa; Comasco Comaschi, anarchico di Cascina ucciso in un agguato fascista, Alvaro Fantozzi segretario della Camera del lavoro di Pontedera, freddato da tre colpi di rivoltella; morti in una Toscana che è stata teatro di tante, troppi, stragi nazifasciste sul finire della guerra ma anche di assassini fascisti già nei primi anni '20, una regione che ha pagato quindi un prezzo altissimo, terra di antifascismo e di Resistenza.