Istituzioni
2 maggio 2013
12:10

Meno Comuni in Toscana, trend contagioso. Bugli: 'Unirsi per gestire meglio i servizi'

FIRENZE - Da 287 a 284 Comuni: 279 entro la fine dell'anno e magari anche meno. Con altri 156 Comuni, anche questi in crescita, che si sono stretti in Unioni (25 ad oggi) per gestire insieme servizi e funzioni fondamentali. Piccolo non sempre sinonimo di bello, non pi , e tanto meno di efficace: soprattutto quando le risorse a disposizione si riducono e il risparmio diventa una necessit mentre i bisogni di cittadini e imprese crescono. Cos , dopo i referendum di due settimane fa, stamani l'assessore ai rapporti con gli enti locali della Toscana, Vittorio Bugli, ha organizzato una prima riunione di lavoro con gli amministratori dei sei comuni, quelli dove i "s " hanno prevalso.

"La Regione aiuta i Comuni che si uniscono ricorda l'assessore - ed uno pi uno, slogan dell'Anci davvero azzeccato, in questo caso non fa due ma tre, per il valore aggiunto che porta". "Quattro in matematica - scherza ma otto in buona amministrazione". "Per questo - prosegue - siamo favorevoli a qualsiasi processo di aggregazione: occorrono economie di scala per abbattere i costi e programmare meglio certi servizi. Certo devono essere processi democratici ed infatti abbiamo deciso che ogni volta ci sia un referendum, consultivo. La Costituzione non ce lo imponeva: sarebbe stato sufficiente il s da parte dei consigli comunali. Ma ci sembrato giusto ascoltare anche i cittadini".

I referendum gi fatti - Di Comuni che si uniscono, fondendosi, in Toscana non se ne contavano da tempo: conseguenza in parte delle riforme di Pietro Leopoldo, che gi aveva ridotto fortemente il numero delle amministrazioni comunali. Gli ultimi comuni che si sono fusi risalgono all'Ottocento, mentre negli anni Trenta certi territori sono stati annessi ad altri. Ora invece accade sempre pi spesso, come del resto in altre regioni. A far da apripista sono stati Figline e Incisa Valdarno in provincia di Firenze (100 chilometri quadrati e 24 mila abitanti). Insieme a loro, il 21 e 22 aprile, hanno detto s anche Fabbriche di Vallico e Vergemoli (75 kmq e 961 abitanti), in provincia di Lucca, e Castelfranco di Sopra e Pian di Sc in provincia di Arezzo (56 kmq per circa diecimila abitanti).

E quelli in attesa - Il 16 giugno, di nuovo in provincia di Arezzo, andranno alle urne anche i cittadini dei comuni di Castel San Niccol e Montemignaio, mentre hanno gi chiesto di fondersi - e aspettano solo che il Consiglio regionale approvi la proposta di legge approvata dalla giunta e indichi il referendum - Campiglia Marittima e Suvereto (16.510 abitanti), in provincia di Livorno, e Casciana Terme e Lari (12.517 abitanti), in provincia di Pisa. Hanno avanzato richiesta nel pisano anche i Comuni di Crespina e Lorenzana (la giunta regionale pronta a varare la proposta di legge) mentre gi in Consiglio quella che riguarda Scarperia e San Piero nel Mugello fiorentino. In Consiglio, lo ricorda il presidente della commisione Affari istituzionali Marco Manneschi, c' pure Una legge di iniziativa di due consiglieri regionali che riguarda la montagna pistoiese, ovvero i Comuni di San Marcello, Abetone, Piteglio e Cutigliano.In altri territori se ne discute e c' un dibattito aperto, ma per adesso in Regione non arrivato alcun atto. C' tempo fino a giugno per approvare legge e indire i referendum, da farsi entro la fine di settembre o al massimo la prima settimana di ottobre: poi, questione di tempi tecnici, le fusioni dovranno essere rinviate al 2015.

Un processo democratico - "Si tratta di un trend contagioso" annota ancora l'assessore Bugli. "Certo ci sono stati anche territori dove l'idea di fondersi non ha fatto breccia - ricorda -: quelli dove l'iniziativa era partita da alcuni comitato di cittadini senza coinvolgere i consigli comunali. L'anno scorso i cittadini del Casentino, in provincia di Arezzo, sono stati chiamati ad esprimersi sulla trasformazione degli attuali 13 Comuni in uno unico con poco meno di 50 mila abitanti. All'isola dell'Elba il referendum per fare di otto comuni uno solo c' stato un paio di settimane fa. E in tutti e due i casi hanno vinto i no. Ma questo fa parte di quel processo democratico di cui dicevo". "Queste fusioni - prosegue - potranno inoltre essere anche l'occasione per una riforma naturale ancora pi ampia, che metta ordine nei diversi ambiti in cui viene diviso il territorio regionale per la gestione di pi servizi, dalla sanit all'istruzione o il paesaggio, in modo che coincidano il pi possibile. Su questo con gli uffici gi stiamo lavorando".

Le Unioni di Comuni - Non ci sono comunque solo i Comuni che decidono di fondersi. Sempre pi amministrazioni, pur senza diventare un comune unico, scelgono in Toscana di gestire insieme pi funzioni. E non si tratta solo dei comuni obbligati per legge: ovvero quelli sotto 5.000 abitanti (soglia che si abbassa a 3.000, nel caso di comuni montani). Lo fanno dando vita ad Unioni di Comuni, con un sindaco dell'Unione e un suo consiglio, oppure con una convenzione, ovvero firmando una sorta di contratto dove i Comuni mantengono la propria autonomia ma decidono insieme che uno (per tutti) svolga una funzione piuttosto che un'altra. In Toscana oggi sono 25 le Unioni di Comuni l'anno scorso erano 24: si aggiunta l'Unione dei Comuni dell'Appennino pistoiese - e coinvolgono 156 amministrazioni. I Comuni obbligati a gestire funzioni fondamentali in modo congiunto sono 107 su 287 (elenco in allegato).

Mappe:

Fabbriche di Vergemoli

Figline e Incisa Valdarno

Castelfranco Piandisc

Scarperia e San Piero

Crespina e Lorenzana

Cascina Terme e Lari

Tutti i comuni interessati a referendum per la fusione di Comuni

Comuni toscani obbligati all'esercizio associato dalle funzioni fondamentali

Le Unioni di Comuni in Toscana

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