L’assessore al diritto alla salute della Toscana, Simone Bezzini, esprime soddisfazione per l’approvazione definitiva da parte della Camera dei Deputati della norma contenuta nel Milleproroghe che finalizza risorse per il recupero delle liste di attesa. Non si tratta di fondi aggiuntivi, ma di un’autorizzazione a spendere in deroga risorse del fondo sanitario nazionale già assegnate.
“Un intervento sicuramente necessario – commenta Bezzini – ma insufficiente per ricostruire un equilibrio tra domanda e offerta di prestazioni. Dal Governo ci attendiamo ulteriori risorse economiche”. Il Governo nella legge di bilancio non solo infatti non aveva stanziato alcuna risorsa dedicata, ma aveva addirittura non riproposto alcune norme della precedente legge di stabilità che garantivano flessibilità sui tetti di spesa. “Per questo – riprende Bezzini - anche su iniziativa della Toscana, con le Regioni abbiamo presentato un emendamento al Governo e al Parlamento. Siamo soddisfatti che sia stato accolto”.
La norma consentirà alle Regioni la spesa in deroga dello 0,3 percento del fondosanitario nazionale. Le risorse potranno essere impiegate per finanziare attività aggiuntiva del personale sanitario e per aumentare l’offerta di prestazioni in convenzione con le strutture private accreditate. Seppur l’assenza della norma dalla legge di stabilità abbia causato un ritardo nella programmazione, la Toscana è già al lavoro sul piano di recupero delle liste d’attesa che, con l’approvazione del Milleprorogrhe, sarà definito nel mese di marzo. L’autorizzazione di spesa sarà ripartita tra le aziende tenendo conto delle criticità emerse nel corso del 2022 e in questi primi due mesi del 2023 rispetto alla garanzia dei tempi di attesa. In particolare si interverrà sulle liste di attesa per le prestazioni specialistiche e diagnostiche ambulatoriali e per il recupero degli interventi chirurgici.
“Ma per aggredire un problema, che è nazionale e non solo toscano– prosegue l’assessore – sono necessari più finanziamenti: per assumere nuovo personale o per pagare produttività aggiuntiva ai dipendenti già in servizio, per aumentare l’offerta dei privati in deroga ai tetti di spesa e aumentare le ore attualmente contrattualizzate con gli specialisti convenzionati”. “Per questo – conclude – al Governo chiediamo maggiori sforzi ed investimenti per la sanità pubblica ”.