Economia
25 febbraio 2016
17:41

La Laika e il distretto del camper, la Germania e gli investimenti in Toscana

FIRENZE. Il marchio Laika leader in Italia del settore del camper: un'eccellenza, tanto che l'80 per cento della produzione nazionale esce proprio dal distretto che si allunga tra le colline di Firenze e Siena. L'azienda nata con le roulotte - celebre la 500, chiamata cos perch era piccola e leggera quanto bastava per essere trainata da una Fiat Cinquecento - poi sono arrivati i motorcaravan.

Con la crisi non sono mancate difficolt . Tra il 2008 e il 2009 il settore ha visto ridurre complessivamente i fatturati del 40 per cento e le immatricolazioni si sono dimezzate, ma il piano di investimenti andato avanti. E' cresciuto il mercato estero (soprattutto nel nord Europa), gli ordini sono risaliti ed oggi la Laika, che vende oltre la met dei propri camper oltralpe (65 per cento) e il resto in Italia, tedesca nella testa ma ancora toscana nel cuore e nelle mani, ha chiuso il 2015 con un fatturato da 72 milioni. Sono 1500 i veicoli che mediamente escono ogni anno dalla fabbrica del Chianti e potrebbero diventare duemila con il nuovo stabilimento di San Casciano.

La Toscana e la Germania
La Laika non comunque la sola azienda tedesca, o straniera, che ha deciso di investire in Toscana e che in Toscana ha creato lavoro. Sono settantotto le multinazionali che contano una sede operativa nelle regione, aziende manifatturiere o catene commerciali, imprese di logistica e informatica. Cinquantaquattro hanno aziende con sede legale in Toscana: dalla Laika alla Continental Automotive, dalla Knauf alla Knorr-Bremse Rail.

Una regione che sa essere attrattiva
La Toscana piace, non solo ai turisti appunto, e attrae capitali dall'estero. Lo ha fatto in controtendenza rispetto al resto d'Italia, dove (fino a due anni fa) erano invece diminuiti, fino al settanta per cento in un anno.
La Toscana conta in tutto circa 500 multinazionali: 420 sono straniere. In cinque anni trentotto si sono espanse e hanno investito, fino al 2014, un miliardo e 700 milioni di euro, con 3.352 posti di lavoro tra vecchi e nuovi. Con il 2015 si arrivati ad oltre due miliardi. Nel 2012 in Italia gli investimenti esteri avevano subito un tracollo: in Toscana dal 2010 al 2013 sono aumentati, fino a raggiungere una media di 400 milioni l'anno, e le multinazionali che hanno scelto la Toscana lo hanno fatto per tante ragioni diverse. Le ha convinte a volte la posizione e la logistica, il fatto ad esempio di essere baricentrica rispetto a tutto il Mediterraneo, o la bravura delle tante piccole e medie aziende. A volte bastato scoprire le capacit delle sue universit . Di certo anche la sburocratizzazione ha avuto il suo peso, con quel modello (ed ufficio dedicato) che la Regione ha messo in campo nel 2010.
"In fondo commenta il presidente della Toscana Enrico Rossi si trattato di una ricetta semplice ma efficace. Abbiamo puntato a dare risposte veloci e risolvere problemi, proponendoci come soggetto attivo e con competenze credibili". Una strategia che ha messo a disposizione risorse per chi gi in Toscana c'era e voleva crescere e per chi in Toscana voleva venire, che ha saputo tessere una rete di relazioni con istituzioni vicine e lontane per aiutare chi in Toscana voleva investire. Aiutando gli uni e gli altri a farsi strada nella ragnatela della burocrazia e accelerare i tempi.