Diritti
Istituzioni
24 maggio 2013
14:30

I primati di accoglienza e integrazione di Santa Croce sull'Arno

SANTA CROCE SULL'ARNO (PI) - L'accoglienza a Santa Croce, in provincia di Pisa, fa festa all'Italia. Ancora una volta. E' accaduto stamani, primo di tre giorni dedicati ai diritti e alla legalit . Santa Croce ha fatto festa consegnando ad un folto gruppo di ragazzi e ragazze delle scuole medie,figli di genitori stranieri, un attestato di cittadinanza onoraria. "Io sono santacrocese, io sono italiano" c' scritto sopra. Nei prossimi giorni tutti i 620 minori stranieri, nati in Italia e che vivono nel comune come successo anche in altri comuni toscani e italiani -, lo riceveranno. Un atto simbolico, senza alcun valor giuridico, ma importante, dice il sindaco e con lui tutte le istituzioni presenti. Stamani stato firmato anche il primo atto per il riconoscimento da parte dell'Unicef di Santa Croce sull'Arno come "Citt amica dei bambini".

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La manifestazione, "Primavera dei diritti", si svolta al Supercinema Lami e si inserisce all'interno della campagna "L'Italia sono anch'io". L'obiettivo richiamare l'attenzione sui tanti stranieri che vivono e lavorano in Italia ma che nono possono reclamare la cittadinanza italiana e quindi i pieni diritti che ne conseguono. Un percorso ad ostacoli, a volte, anche per chi in Italia ci vissuto dalla nascita, fino a diciotto anni, e che quindi per la legge, prima del diciannovesimo compleanno, potrebbe chiedere di diventare cittadino italiano.

Numeri da primato - I numeri di Santa Croce sull'Arno sono di assoluto primato: 3.344 stranieri su 14.605 residenti, il 23%, quasi uno su quattro. Per presenza di stranieri, quanto a percentuali, il primo comune di tutta la Toscana, il settimo in Italia. Un comune che tornato a crescere ed ha smesso di invecchiare grazie all'immigrazione dall'estero: con i bambini figli di stranieri nati ogni anno che sono pari a quelli degli italiani e tre anni fa li hanno addirittura superati. Ma per capire quello che i numeri non raccontano basta guardare i ragazzi che, uno dietro l'altro, si infilano dalla porta del cinema, cantano l'inno d'Italia senza sbagliare una parola o girano per il paese, al bar, per strada e nei giardini. Li guardi e ti rendi conto di come pi colori e pi culture a Santa Croce convivano come la cosa pi naturale di questo mondo, nonostante che il fenomeno di immigrazione sia stato impetuoso e si sia concentrato negli ultimi anni.

Santa Croce dieci anni fa contava infatti solo il 7 per cento di stranieri. Venti anni fa era appena lo 0,46 per cento. Prima sono arrivati gli uomini, giovani, che hanno trovato lavoro nelle concerie del distretto. Poi, qualche anno pi tardi, sono arrivate le mogli e le famiglie. E in Italia sono nati altri figli: sette su dieci dei minori stranieri che oggi vivono a Santa Croce. Dal 2000 al 2012 per solo in 169, uomini e donne, hanno acquistato la cittadinanza italiana. "I pi ha ricordato il sindaco continuano a vivere in una condizione di doppi stranieri: stranieri per l'Italia, ma in fondo anche per il paese dei genitori, dove spesso non sono mai stati".

Cinquantasette nazionalit diverse - Anche per nazionalit presenti Santa Croce vanta forse un primato: sono ben 57. Praticamente gli immigrati arrivano da ogni angolo del mondo. I pi numerosi sono gli albanesi (1044), poi i senegalesi (859) e quindi marocchini (420), cinesi (213) e filippini (150). Seguono, nelle prime dieci posizioni, rumeni,indiani, georgiani, macedoni e pakistani.

La cittadinanza che si costruisce ogni giorno Intanto sul grande schermo del cinema scorrono foto dei ragazzi del mondo (e toscani) che vivono a Santa Croce. Scorrono anche frasi e pensieri: a ricordare che per qualcuno la cittadinanza 'vera', al di l di quella giuridica, fatta di diritti e certo anche di doveri, si costruisce giorno dopo giorno, si rinforza con l'incontro e in fondo "non c' stato di famiglia che conti e si diventa fratelli veri giocando nella stessa strada, frequentando le stesse scuole, infilando il pallone in porta tra le grida dei compagni o liberando insieme la libellula rimasta impigliata nel retino". Fratelli d'Itala.