Cultura
Editoria
27 aprile 2023
12:22

I partigiani e i figli del presente: Camilla Ghiotto racconta il comandante “Tempesta”

I partigiani e i figli del presente: Camilla Ghiotto racconta il comandante “Tempesta”

La famiglia è un’istituzione codificata da ruoli precisi: madri, padri, figli, parenti stretti o che si fan vivi ogni tanto. Tutti devono attenersi alle aspettative ed interpretare al meglio la partitura che ad ognuno viene assegnata. La vita vera delle persone che questi ruoli sono chiamati ad impersonare, o quello che ne rimane o è stata davvero, resta spesso sullo sfondo o dietro le quinte, nascosta da affetti, legami, cure, vita quotidiana, silenzi riservati e desiderio di protezione da un passato diventato patrimonio quasi esclusivo di chi lo ha vissuto, magari per non complicare la vita di chi è a fianco con l’ingombro dei ricordi.

E’ il tempo che sembra scorrere a velocità diversa a cambiare le prospettive e modificare le cose, trasformando i figli in custodi e affidando loro la facoltà di trasformare se stessi e farsi, nello stesso momento, padroni delle loro vite ed eredi di quelle figure che sono diventate “persone”: importanti, insostituibili ben oltre il ruolo familiare.

E’ un passaggio difficile quello che Camilla Ghiotto ha voluto attraversare scrivendo “Tempesta”, edito da Salani e presentato nella sala Pegaso di palazzo Strozzi Sacrati, a pochi giorni dall’anniversario della Liberazione, assieme a Bernard Dika, portavoce del presidente Giani e allo scrittore Giacomo Mazzariol, trasformando una naturale esigenza personale di ricomposizione con il passato in un confronto generazionale che rende omaggio a suo padre partigiano, il “capitano Tempesta”, cercando con sensibilità contemporanea il senso ed il valore delle sue scelte.

Da un manoscritto custodito nella ventiquattrore di suo padre Camilla Ghiotto recupera e compone le testimonianze già ascoltate dalla viva voce di “Tempesta” con i resoconti che testimoniano le vicende che coprono un arco di tempo compreso fra il 1944 e la fine della guerra e restituiscono in modo particolarmente efficace ed incisivo tutto il senso drammatico di quei giorni e di quello avventuroso degli anni successivi.

“Tempesta” alla fine del conflitto, sente la delusione per ideali che vede immiseriti, diventa per vent’anni “italiano d’Argentina” dove conosce, con suo fratello giornalista, Borges e incontra Che Guevara al confine con la Bolivia, parlando assieme a lui della Resistenza italiana. 

Pagine che riportano eventi passati e tempo presente e compongono un dialogo generazionale difficile fra un padre e una figlia, un uomo per niente facile e una giovane donna che vuole affermare la sua personale dimensione e non dà niente per scontato.

Ed è proprio il confronto della giovane autrice con il passato la vera cifra di “Tempesta” e la sua peculiarità: la rilettura delle motivazioni ideali e storiche della Resistenza sotto la luce delle difficoltà e delle sfide di oggi.

“Leggendo il manoscritto di mio padre – puntualizza Camilla Ghiotto - mi sono resa conto, nella diversità dei tempi e delle esperienze, che la voglia di pensare un mondo diverso e trovare l’ispirazione per cercare di realizzarlo resta il punto che unisce le nostre due storie. La sua era una scelta dettata dal carcere, dalla tortura, da una legge morale che non ammetteva repliche, mentre alla mia generazione serve la consapevolezza che la libertà non si conquista una volta per tutte ma è un patrimonio da difendere nella “resistenza” sui temi dei diritti civili da difendere, nella difesa di un ambiente da preservare per chi verrà dopo di noi e nella responsabilità che ci assumiamo nei confronti degli altri nel costruire il nostro impegno quotidiano di “immaginazione”.

Ed è qui che “Tempesta” misura la resilienza dei valori di libertà e giustizia che devono confrontarsi adesso con altre sfide, minacce diverse, nuove insidie e chiedono alle generazioni presenti identica forza umana e inventiva.