Cultura
26 ottobre 2017
18:34

Giornata studio sui festival del contemporaneo. Barni: "C'è bisogno di partecipazione culturale"

SAN GIMIGNANO (SI) – Non a caso la vice presidente Barni inizia con delle domande, impegnative anche. La giornata di San Gimignano di oggi, promossa dalla Regione assieme a Fondazione Fabbrica Europa, è infatti l'avvio di un percorso e non la sua conclusione: una riflessione sul ruolo e la ricaduta che l'operazione culturale 'festival' (quelli delle arti sceniche) ha avuto e potrà avere in futuro sulle comunità e sui territori. Ed è anche un confronto, tra istituzioni e operatori - tra i quaranta e i cinquanta quelli presenti stamani, non solo toscani - sull'identità e la necessità evidente di una ridefinizione dei festival, sullo sfondo di un trittico che li vede accanto ai teatri e all'arte in genere, capaci in fondo - è stato ricordato anche oggi – di misurare come i canarini dei minatori lo stato di salute dell'intero sistema.

I festival appaiono in crisi, da lì si parte; ma lo sono forse non solo perché ci sono meno risorse e il depauperamento di queste ultime impone comunque scelte e sinergie diverse. "Dei festival in ogni caso c'è bisogno e sono importanti - ribadisce Barni – Lo sono ancor di più quando ci aiutano ad allargare il perimetro della partecipazione culturale, a farne un'abitudine quotidiana e incisiva capace di rendere la cultura un fondamentale strumento e motore per costruire comunità, coesione e democrazia". Ed è questo appunto l'altro corno della questione, che sta dietro, in filigrana, a gran parte dell'agenda politica dell'assessorato regionale alla cultura.

La mongolfiera dei 'leggieri'

Sopra al palco del Teatro dei Leggieri che fino a stasera ospita l'evento c'è una mongolfiera dipinta che diventa una metafora perfetta. E' il simbolo scelto dall'accademia che nel Settecentto aveva trovato casa in questo cinquecentesco teatrino all'italiana nascosto da un arco nel pieno centro del borgo medievale di San Gimignano, due ordini di palchetti e novantaquattro posti in sala. Ma ben spiega in fono dove si vuole tendere. La cultura rende infatti 'leggieri' ed aiuta ad innalzarsi, facendoti volare come una mongolfiera. Ti fa comprendere quello che da altre angolazioni non appare chiaro; ti cambia la prospettiva e ti apre praterie sterminate oltre l'indifferenza, la paura che diventa chiusura e i luoghi comuni. Una missione che può appartenere anche ai festival.

L'agenda della Regione

La vice presidente ed assessore alla cultura della Toscana Monica Barni mette in fila priorità e direttrici. E' un proposta di rotta. "C'è bisogno di un riequilibrio tra centro e periferia – dice –, perché festival e cultura devono coinvolgere nel modo più ampio territori e comunità". Occorre anche fare sistema: "tra enti e istituzioni che insistono sugli stessi temi ma anche attraverso 'smarginamenti' tra soggetti che lavorano su cose diverse". Un tema che riguarda anche i rapporti tra Stato e Regione, dove "utili diventano gli accordi di programma". "L'offerta deve essere coerente con la vocazione dei luoghi – aggiunge Barni - ed occorre amplificare l'impatto educativo ed economico"

Una riflessione appassionata

Le parole chiave della giornata sono affidate a due critici e studiosi, Roberta Ferraresi e Rodolfo Sacchettini, e ad una direttrice di festival internazionali e ricercatrice come Frie Leysen. C'è anche il Ministero, il Mibact, con un rappresentante del settore che più da vicino segue il mondo dello spettacolo. Si parla di festival che devono generare idee ed essere indipendenti, del loro ruolo di avanguardia ma anche di riannodare quel lavoro di inchiesta e racconto dei territori che forse si è interrotto. Se ne racconta la storia. Se ne lodano pregi e vantaggi, a cominciare dalla capacità di avvicinare giovani e pubblico che a teatro ad esempio in genere non va, ma anche se ne sottolineano complessità, visto che i festival sono per loro natura polimorfi, difetti e rischi: come l'essere a volte "solo una confezione regalo bella ma con dentro ben poco". Si parla del rapporto, non scontato e mutevole, con i teatri, di creazione e distribuzione. Si chiede di proteggere i festival dalla cultura degli eventi, si invocano sinergie ma avendo sempre ben chiaro cosa è puro intrattenimento, cosa è cultura e cosa è è svago. Una discussione appassionata, che prosegue fino all'imbrunire e che sarà raccolta in un report presto pubblicato on line : con un sguardo al passato e l'altro al futuro, ma anche a ciò che accade nel resto d'Europa e del mondo.