Diritti
3 ottobre 2016
18:30

Giornata per le vittime dell'immigrazione, Bugli: "Non disperdere cultura della solidarietà ed accoglienza"

FIRENZE – Sono trascorsi tre anni dalla mattina del 3 ottobre 2013, quando un barcone carico di migranti si inabissò a poche decine di metri dall'isola dei Conigli, a Lampedusa. Per ricordare  quella tragedia in cui morirono 368 persone – uomini, donne e bambini che fuggivano da guerre, persecuzioni e miseria - il Parlamento ha istituito  la Giornata nazionale in memoria delle vittime dell'immigrazione. Nel frattempo, da quel 3 ottobre di tre anni fa, si calcola che siano stati oltre 270 mila i migranti salvati nel Mediterraneo, mentre il numero dei morti è calcolato in circa 11.500, 3.500 solo quest'anno e il 28% sono bambini.

"Sono numeri spaventosi – commenta Bugli - ai quali non dobbiamo assuefarci. La loro enormità deve farci capire che questa è la priorità sulla quale devono concentrarsi le energie dei Paesi e dell'Europa per trovare una soluzione: un mondo civile non può convivere con questi numeri. Così questa giornata deve spingere tutti a fare il possibile per trovare modalità concrete affinché le persone in fuga da guerre, violenze e persecuzioni, possano arrivare legalmente in un luogo sicuro senza dover intraprendere questi viaggi a rischio di perdere la loro vita". E bene, per l'assessore, ha fatto la scuola ad organizzare momenti di ricordo e di riflessione in questa giornata. "Non sia mai – dice - che si disperda la cultura della solidarietà e dell'accoglienza di fronte a questi sciagurati accadimenti di questa epoca".

La Toscana è impegnata in prima linea, fin dal 2011, nell'accoglienza dei rifugiati e richiedenti asilo. Gli ospiti hanno oramai superato quota diecimila, ma il modello è sempre rimasto quello di un'accoglienza diffusa: piccoli numeri, piccole strutture ma anche, sviluppo più recente, rifugiati accolti in famiglia. Di tutto questo si parlerà domenica Pisa, con una sguardo a quella Rete che rende disponibili servizi e appa dedicate per immaginare e produrre soluzioni ai problemi più urgenti, per trovare un alloggio, ritrovare familiari e parenti, anche loro in fuga dai paesi di origine, gestire l'accoglienza, seguire e proporre corsi e formazione.