“Sappiamo quanto la Rete sia oggi fondamentale, ma occorrono maggiori controlli e sanzioni per contenere l’uso improprio del Web quando si riscontrano azioni e comportamenti violenti”.
Lo ha detto il presidente della Regione, Eugenio Giani, intervenendo stamani alla seconda giornata di “Cyberdays”, l’evento organizzato dalla Regione Toscana per accrescere il livello di sicurezza informatica delle imprese e quello delle amministrazioni pubbliche, promuovendo le buone pratiche informatiche. Con lui, al tavolo, il sindaco di Prato, Matteo Biffoni, e il presidente emerito della Corte costituzionale, Giuliano Amato, che ha aperto la mattinata con una lectio magistralis sulla rete come veicolo di odio e di male e sui possibili antidoti. Lo ha introdotto l’assessore regionale Leonardo Marras.
“I rischi della Rete ci sono – ha detto Giuliano Amato - e l’odio è uno di questi. L’odio è di particolare peso sulla Rete perché gli antidoti nei suoi confronti sono i più difficili da trovare. Ci sono antidoti tecnici ma, in questi casi, i confini con la censura diventano difficili da definire. Gli antidoti più potenti stanno a monte, nelle nostre teste e nelle nostre coscienze. Quello che abbiamo scoperto è che la civiltà che i nostri antenati hanno inventato per eliminare il male come fonte di violenza contro gli altri, è servito a mettere l’odio laggiù in fondo, ma non a eliminarlo e adesso tutta la digitalizzazione, una delle cose più nuove nella storia dell’umanità, ha fatto venire fuori la parte più vecchia che in millenni di civiltà avevamo cercato di seppellire. La domanda – ha argomentato Amato - adesso è: come facciamo a riseppellirla là nelle nostre coscienze prima ancora che nel mondo dell’informatica? Il tema è quello dell’educazione. I risvolti sono tanti. Nell’ultimo numero dell’Economist c’è un editoriale in cui si dice che di fronte a ragazze sempre più brave, sempre più brillanti, il maschio sta regredendo, si sta incattivendo, si sta chiudendo nella sua rabbia e c’è addirittura la proposta di dargli qualche insegnante maschio in più così da calmarsi. Siamo a questo punto”.
“Se la Rete ha rappresentato un positivo salto di qualità per la nostra civiltà sul piano della comunicazione, della diffusione delle informazioni, della socialità – ha detto ancora il presidente Giani –, per altri versi ha posto e pone tutta una serie di problemi e forti criticità, a cominciare dall’uso violento che ne fanno i cosiddetti ‘leoni da tastiera’ con le loro frustrazioni, i loro sfoghi, una carica di violenza e odio capaci schiacciare l’identità e la dignità della persona fino, nei casi più drammatici, a spingere taluni al suicidio. Da qui – ha proseguito - la necessità di istituire un’autorità di controllo, individuando opportune forme di sanzione, come azione efficace di deterrenza all’uso nocivo e violento della Rete. In termini diversi, questo concetto vale anche per l’Intelligenza artificiale, una sfida e una grande opportunità da vivere, che non dobbiamo certo affrontare con l’atteggiamento dei luddisti che distruggevano le macchine perché avevano paura della rivoluzione industriale. L’Ai è un traguardo a cui sono arrivate la civiltà e l’evoluzione dell’uomo, ma che pone davanti a tutti la necessità di vivere questa sfida con attenzione e con buon senso trovando le misure che possano far coesistere in modo corretto da un lato l’intelligenza artificiale e dall’altro i social, ma consapevoli che al centro deve restare l’uomo, con la sua libertà e dignità”.
"Il buon senso – ha detto da parte sua il sindaco di Prato, Matteo Biffoni - e l'intelligenza delle persone dovrebbero essere l'antidoto al dilagare dell'odio sul Web. Abbiamo visto che purtroppo spesso la Rete diventa un ring senza regole. Per questo è fondamentale creare una formazione e una cultura nei cittadini, perché deve essere chiaro che ciascuno di noi è responsabile di ciò che dichiara, di ciò che fa e di come utilizza la Rete".