Nessuna correlazione tra emissioni geotermiche e aspetti sanitari. E’ la conclusione principale che emerge dall’indagine InVETTA, coordinata da ARS e commissionata dalla Regione, presentata stamattina a Palazzo Strozzi Sacrati a Firenze. Lo studio ha tuttavia evidenziato la presenza nelle acque di metalli, come arsenico e tallio, che dovranno essere sottoposti a ulteriori studi e approfondimenti.
“Ringrazio Ars – ha detto il presidente Eugenio Giani - che ha sviluppato con competenza questa indagine dalla quale emerge la mancanza di effetti sulla salute delle persone provenienti dalle emissioni geotermiche. L’area amiatina ha caratteristiche diverse da quelle dell’area geotermica pisana, dove l’energia geotermica viene sfruttata da molto tempo. Nell’Amiata invece questa attività è più recente e si aggiunge alle caratteristiche minerarie dell’area. Ci sono infatti aspetti legati alla presenza di arsenico e tallio nelle acque che meritano di essere monitorati ed approfonditi”.
“L’indagine di Ars è uno studio che non ha precedenti per profondità, cura dei dettagli, durata ed estensione, su aspetti sia qualitativi che quantitativi - sottolinea l’assessore al diritto alla salute Simone Bezzini -. Questo lavoro di ricerca, portato avanti negli anni, in modo davvero molto minuzioso e serio, ci consegna un risultato rassicurante sull’assenza di impatti sulla salute direttamente collegabili all’attività geotermica. Con la prossima giunta presenteremo una delibera per la costituzione di una task-force tra ambiente e sanità, per dare seguito alle risultanze dello studio e fare i dovuti approfondimenti”.
“Oltre 10 anni di studi approfonditi – ha aggiunto l’assessora all’ambiente Monia Monni - dimostrano che non vi sono impatti significativi sulla salute derivanti dall’attività geo-termoelettrica. Si tratta di un risultato importante che deve certamente rassicurare la popolazione e che consente di sviluppare programmi di valorizzazione della risorsa geotermica, secondo la nuova legge regionale in materia. Nella stagione della transizione ecologica ed energetica tutti i sentieri che guardano alla sostenibilità devono tenere in primaria considerazione la correlazione tra ambiente e salute, consapevoli che le scelte che compiamo oggi avranno impatti sulle generazioni future”. Monni ha quindi concluso spiegando che “sul fronte delle acque, invece, vi è la necessità di proseguire l’attività di indagine e controllo per comprendere più nel dettaglio la situazione, anche in relazione alla presenza di tallio. Su questo fronte ho condiviso da subito la scelta di istituire una Cabina di regia regionale per proseguire un lavoro di analisi che vedrà il coinvolgimento anche di Arpat, che ringrazio per la preziosa collaborazione”.
“InVETTA – ha proseguito Fabio Voller, coordinatore osservatorio di epidemiologia di ARS - rappresenta la fine di un lungo percorso perché ARS è stata chiamata in causa dalla Regione dal 2007 per lavorare sul territorio e fare approfondimenti epidemiologici che sono diventati sempre più particolareggiati, rispetto a metodi e strumenti di lavoro, col trascorrere degli anni. Con InVETTA, indagine condotta su più di 2000 persone che non ha eguali a livello europeo, siamo andati a verificare molte cose e scoperto, in effetti, che in quell’area della regione sono stati riscontrati dati di mortalità e ospedalizzazione maggiori rispetto alla media regionale. Dati che nel corso del tempo si sono appiattiti sulla media stessa. Se rispetto alle emissioni geotermiche non abbiamo trovato correlazioni con aspetti sanitari se non con l’ipertensione, elemento abbastanza anomalo e che approfondiremo, più problematici sono i dati legati alla natura entropica del territorio. Ovvero la presenza di taluni metalli che sappiamo essere una caratteristica di quei luoghi, come arsenico e tallio, e che ci spingeranno ad ulteriori studi”.