FIRENZE - Il percorso politico e lo spirito riformatore di Pietro Leopoldo come Granduca della Toscana ha grandi elementi di attualit e ancora molto da insegnarci per il nostro presente e il nostro futuro. Cos il presidente Enrico Rossi intervenendo all'inaugurazione della 15a Festa della Toscana, al Teatro della Pergola a Firenze, che come tema quest'anno propone le riforme di Pietro Leopoldo.
"Il cuore della Toscana ha detto Rossi nel Rinascimento e con i Medici che piano piano conquistano quasi tutta la regione, la inciviliscono, la abbelliscono con ville e fattorie oggi inserite nel patrimonio mondiale Unesco. Ma la nascita della nazione Toscana spetta a Pietro Leopoldo che, da una Toscana che vede Firenze al centro, ne realizza una policentrica. Pietro Leopolo ha lasciato segni indelebili, ancora oggi di grande attualit . Punto pi alto del suo riformismo fu l'abolizione nel 1786 della pena di morte, anche se dur pochi anni. Una battaglia, questa, che purtroppo prosegue ancora oggi e che continua a vedere protagonisti molti Stati occidentali, con i quali l'Italia ha stretti rapporti".
Rossi ha poi brevemente illustrato le altre grandi conquiste riformiste leopoldine, in campo amministrativo, sanitario, economico. "Dall'abolizione dei dazi sui grani a quella delle Corporazioni. Grande impegno sul territorio e sul paesaggio, con lo strumento della 'gita' per 'udienza'. Affiancato dai migliori ingegneri e scienziati del territorio, il Granduca pose mano alle reti stradali e fluviali e avvi un'imponente opera di bonifica delle paludi: Padule di Bientina, Valdichiana, Valdinievole, Tombolo nel pisano. Veri e propri tesori da mantenere e curare".
L'attualit delle riforme leopoldine si avverte anche in campo sanitario. "Con un decreto ha proseguito Rossi - obblig le corporazioni paesane a fondersi: quando si parla di riforma sanitaria, della necessit di razionalizzare, ricordiamoci la storia che abbiamo alle spalle. L'ospedale viene riorganizzato secondo un principio di appropriatezza: al malato, oltre a cure e servizi appropriati, deve essere anche garantita una qualit del ricovero che anticipa molti dei concetti attuali; gli ospedali diventano luoghi di cura sempre pi specializzata; si privilegiano quelli dediti alla medicalizzazione con dimissione, rispetto al solo ricovero del povero e del pellegrino".
"Da questa storia di laicit si avviato a conclusione il presidente - se riflettiamo alle vicende che stiamo attraversando, penso si possano trarre insegnamenti preziosi. Pietro Leopoldo pens addirittura a una riforma religiosa, ispirata al riformismo tedesco, ma non ebbe fortuna. In Toscana tratti buon governo ispirati a queste riforme si sono conservati, malgrado gli errori che sono stati sicuramente commessi. In Toscana si sbaglia soprattutto quando la Toscana si chiude in s stessa, quando si fanno prevalere i localismi, il corporativismo, i campanili. Penso anche all'idea di governo del territorio proposta da Machiavelli nella metafora della Fortuna, paragonata ad un fiume in piena. Secondo Machiavelli, che respinge il fatalismo, questa si dovrebbe domare alzando gli argini in tempi di quiete. Nella metafora di Machiavelli e nel 'buon governo' leopoldino scorgo certe qualit del riformismo toscano, sempre capace di affrontare con realismo i problemi, ma mai supino nei confronti dell'esistente".