FIRENZE - "Allegro, laborioso, religioso". Tre aggettivazioni per un giovane fiorentino di 20 anni, Mario Pucci, ucciso il 16 giugno 1938 dai fascisti - lui che era iscritto alla "Giovent Fascista" - per non aver voluto rivelare i nomi delle persone che avevano lanciato manifestini "sovversivi", cio antifascisti. Quelle persone lui, Mario Pucci, le conosceva bene: erano suoi amici, anche se di orientamento politico diverso.
Sapeva ci verso cui andava incontro perch conosceva bene i metodi della squadraccia fascista che lo aveva fermato e che voleva conoscere quei nomi. Il suo corpo fu gettato in Arno e ritrovato tre giorni dopo, presso la pescaia di Santa Rosa.
Alla memoria di questo "bravo e intelligente ragazzo di carattere timido", il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, consegner una Medaglia d'Oro al Merito Civile. Una medaglia che ritireranno gli eredi.
Partecipa anche Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana, in una cerimonia che avr luogo questo 25 aprile 2011 (ore 11) presso l'Altare della Patria, a Roma, in occasione del 66mo anniversario della Liberazione.
Fu Ivano Tognarini, presidente dell'Istituto Storico della Resistenza in Toscana, a scrivere - nel 2008 - all'allora Prefetto di Firenze, De Martino, per appoggiare la richiesta, effettuata dal signor Romano Bechi, affinch venisse conferita una onoreficienza al Pucci, definito dalle autorit - ricorda Tognarini - come "persona di buona condotta morale e politica, di carattere mite e benvoluto da tutti coloro che lo conoscevano, un giovane dedito al lavoro, che amava lo sport e faceva parte del Gruppo Regionale Fascista Guido Fiorini".
Fu solo nel 1945, a Liberazione avvenuta e dopo un insabbiamento, che la verit sulla vicenda riusc ad emergere: era stato prelevato da una squadraccia formata da tre fascisti, di cui sono noti i nomi, e portato presso la sede del circolo rionale fascista. L venne ucciso - e poi gettato in Arno - a causa delle percosse subite. Fra gli assassini anche il presidente del circolo.
Nella Firenze del 1947 il Procuratore Generale della Repubblica giunse alle conclusioni, accusando alcune persone, bene individuate come fascisti, di "sequesto di persona" e di "omicidio preterintenzionale". Reati che per rientravano nell'amnistia: la richiesta del magistrato fu, dunque, un non luogo a procedere e la vicenda rimase definitivamente impunita.
Adesso, a 73 anni dai fatti, il Presidente della Repubblica nata dalla Resistenza a ricordare un martire che non volle tradire il valore dell'amicizia. "Sono orgoglioso - afferma il presidente Enrico Rossi - di rappresentare la Regione Toscana a una cerimonia di cos evidente significato. Sono orgoglioso di presiedere una Regione che nel suo gonfalone porta il Pegaso, simbolo scelto dal CTLN. E troverei significativo se la storia di Mario Pucci, e del suo sacrificio nel nome dell'amicizia, potesse essere raccontata al grande pubblico - magari anche a quello televisivo o cinematografico e magari ai ventenni di oggi, condizionati da ben altri "miti" mediatici - come testimonianza ancora viva di una civilt che troviamo scritta nella nostra Costituzione ".