Donne e sport, un rapporto sempre più stretto. Con aperture sempre più rilevanti, anche in ruoli e discipline storicamente appannaggio dei maschi. Come nel calcio, dove le figure femminili stanno conquistando sempre più spazi e responsabilità. Oggi nell’auditorium del Centro Tecnico Federale di Coverciano, nell’ambito della settimana dedicata alla ‘Toscana della donne’ organizzata dalla Regione, si è parlato di questo nel corso di un convegno che ha provato a fare il punto su un percorso ben avviato. La giornata si è conclusa con una partita di calcio femminile a 8, con premiazione finale.
Soddisfatto il presidente Eugenio Giani. “Questa settimana ci è servita per parlare del modo un cui la donna deve affermare il proprio ruolo, in tutti gli ambiti. Settimana che avrà il suo culmine domani, con il 25 novembre. Ma non volevamo limitarci a questa data per dare risalto alla figura femminile. Oggi abbiamo voluto dedicare una giornata alle donne e allo sport, che è da sempre uno dei settori più resistenti ad aperture verso il mondo femminile, che invece merita un ruolo centrale. Lo testimonia una loro presenza sempre più consistente, ad esempio, in una disciplina come il calcio. Anche a livelli dirigenziali. Simbolo di tutto questo è senza dubbio Maria Sole Ferrieri Caputi, primo arbitro donna in serie A”.
In apertura di convegno il capo di gabinetto del presidente, Cristina Manetti, ha voluto sottolineare la conquista del contratto professionistico nel calcio femminile. “Vorrei ringraziare, oltre al Centro Tecnico che ci ha ospitato, le calciatrici e le sportive in generale. Questa è la settimana toscana delle donne e abbiamo dedicato loro tante iniziative, altre ancora ci attendono, che riguardano tutti i settori. Non potevamo non dedicarne una al calcio femminile perché il 2022 è stato un anno che passerà alla storia, dal punto di vista sportivo: anche le calciatrici sono diventate professioniste a tutti gli effetti. Dallo scorso luglio anche le donne hanno un contratto, con tutte le tutele che ne conseguono. Ora giochiamo alla pari”.
Spazio poi ad altri rappresentanti autorevoli del settore, come Ludovica Mantovani (figlia di quel Paolo, presidente della Samp che conquistò lo scudetto nel 1991), dal 2019 presidente della divisione calcio femminile della FIGC. “Sono entrata in FIGC anche grazie al cognome che porto, non lo nego, ma anche per le mie capacità. Ho respirato e vissuto calcio fin da bambina. A scuola mi chiedevo perché i miei compagni maschi potessero saltare lezioni per andare a giocare a pallone mentre noi, femmine, dovevamo restare in classe”. Sul contratto alle calciatrici. “E’ sacrosanto che chi milita in serie A abbia un contratto, al pari dei maschi. Adesso occorre che serie A e B femminili sappiano convivere e garantire sostenibilità a tutto il movimento. Auspico che, grazie alle proprie prestazioni, anche le ragazze possano arrivare ad avere contratti importanti. Un consiglio alle ragazze che si affacciano al calcio e allo sport in generale è completare questo percorso con lo studio e le società devono sostenerle”.
Paolo Bosi, vice presidente del settore tecnico della FIGC, ha evidenziato come “le donne nel mondo del calcio stanno acquisendo ruoli sempre più importanti. Emblematico il caso di Maria Sole Ferrieri Caputi. Un segnale bellissimo. Ma ancora la strada è lunga se consideriamo che soltanto il 6% delle società calcistiche ha una divisione femminile. Il lavoro per incrementare questi numeri deve partire dalla base, dai dilettanti”. Paolo Mangini, presidente Lega Nazionale Dilettanti, ha spiegato come “nel calcio spesso le porte alle donne sono state chiuse. Le cose stanno cambiando, dobbiamo sfruttare il momento. Il contratto professionistico è stato un segnale cruciale, però il movimento deve essere capace di sostenersi da solo e per questo occorre un’azione sinergica, che coinvolga tutti, e che consenta allargamento della base e maggior visibilità”.
Dopo aver ascoltato le testimonianze di due ex calciatrici come Chiara Marchitelli (attuale responsabile AIC calcio femminile) ed Elisabet Spina (responsabile settore femminile del Milan), capaci di ritagliarsi ruoli importanti a livello dirigenziale, Duccio Baglioni, vice presidente AIA, ha concluso portando l’attenzione su alcuni numeri importanti. “Su 30 mila associati AIA 1600 sono ragazze, che si sono avvicinate soprattutto negli ultimi anni. Non è stato un percorso facile. Elemento chiave della svolta è stato garantire loro le stesse opportunità dei maschi, grazie a corsi specifici tecnici e ai migliori preparatori atletici. A breve vedremo sicuramente molte più donne all’interno dei nostri organismi”. Stimolando infine una riflessione sulla criticità delle aggressioni subite dagli arbitri in Italia. “Nel 2019 sono state 460, nel 2021 240. Un fenomeno che purtroppo non accenna a placarsi e che riguarda soprattutto le categorie inferiori, in particolar modo il calcio giovanile. Incrementeremo le iniziative per dare risalto a quella che è una vera e propria piaga per tutto il movimento”.