FIRENZE - "Quanto previsto nel cosiddetto Decreto Crescita in materia di credito, con l'abolizione della lettera ‘R' dell'art.18 comma 1 del d.lgs. 112/1998, è un danno per l'economia toscana. Ci appelliamo a deputati e senatori toscani affinché in Parlamento non venga votata. Non condividiamo questo provvedimento presentato dal Governo che nei fatti limiterebbe fortemente l'accesso al credito da parte di tante imprese. È necessario un approfondimento ed una diversa articolazione del testo che consenta il mantenimento dell'operatività dei Confidi. Anche le categorie economiche tutelino il valore della loro esperienza e si mobilitino". Così l'assessore regionale alle attività produttive e credito Stefano Ciuoffo in vista dell'esame da parte di camera e Senato del Decreto Legge.
La lettera ‘R' prevede la possibilità per una impresa di accedere alle garanzie dei Confidi, siano mutualistici o privati, o a garanzie pubbliche promosse da Regioni, i quali possono contro o co-garantirsi al Fondo Centrale di Garanzia. "Un meccanismo – spiega Ciuoffo – da sempre operante in Toscana e che ha consentito la crescita del sistema dei Confidi privati ed un maggiore effetto leva rispetto allo strumento nazionale. Modificare tale norma mostra una scarsa conoscenza della complessità e della diversità dei territori, delle varie realtà regionali, delle composizioni dei sistemi di impresa e dei sistemi regionali e territoriali dei Confidi. Parlare di liberalizzazione del sistema delle garanzie, come riportato da alcuni media, suona un pò strano dato che il regolatore in realtà consentirà un comportamento distorsivo del mercato offrendo una garanzia illimitata (la c.d. ponderazione zero), una sorta di garanzia sovrana, non alle imprese, ma al sistema del credito".
"Il sistema economico toscano è formato – analizza Ciuoffo – da un tessuto produttivo costituito soprattutto da PMI e le garanzie dei Confidi e dei Fondi Regionali di Garanzia hanno operato sino ad oggi in sinergia con il Fondo Centrale di Garanzia, offrendo aiuto ad un alto numero di imprese. Tra l'altro, la riforma del Fondo Centrale di Garanzia ha ridotto la copertura della garanzia statale che deve essere coperta o da fondi regionali o direttamente dai Confidi (il cosiddetto rischio tripartito). Per noi – prosegue - si tratta di valutare se questo rischio debba essere ascendente (quindi con il passaggio da un Confidi) o discendente (con un passaggio dal Fondo Centrale ad un Confidi). Un recente studio ha rilevato come dal 2011-2017 in Toscana la riduzione dello stock del credito alle imprese è stata ben inferiore alla media nazionale dimostrando così l'efficacia dell'operatività della lettera ‘R'".
L'assessore si riferisce al fatto che per le imprese fino a 5 dipendenti la riduzione del credito nel periodo considerato è stata del 12.5% contro il 15,2% della media nazionale. Lo stock di credito per le piccole imprese fino a 20 dipendenti si è ridotto del 22,7% in Toscana e ben del 26,7% in Italia. Oltre 20 addetti la riduzione è stata del 10,2% in Toscana e del 17.6% in Italia. "La Toscana – dice ancora Ciuoffo - si è sempre impegnata molto nella concessione delle garanzie. In particolare ci preme ricordare i risultati raggiunti da Fidi Toscana, la nostra finanziaria, nel periodo 2009-2014 culmine della maggior crisi economica del dopoguerra. Il cambio della normativa porterebbe un danno al nostro sistema produttivo fatto di piccole e piccolissime imprese e per questo mi appello ancora ai parlamentari affinchè modifichino il testo del provvedimento salvaguardando lo spazio di operatività del sistema dei Confidi regionali nella dimensione del credito più congeniale al sistema delle PMI toscane".
Ecco i dati a cui si riferisce l'assessore:
Inoltre Fidi Toscana nel 2018 ha continuato a svolgere il suo ruolo di supporto al credito sia con la concessione di garanzie sia con la gestione di fondi regionali dedicati essenzialmente al micro credito: