FIRENZE - Non sono pervenuti in tempo i primi dati delle analisi decise un mesa fa sullo stato dei 230mila metri cubi di acque racchiusi nel relitto della Concordia. Ma l'Osservatorio di monitoraggio sull'emergenza all'isola del Giglio, riunitosi oggi a Firenze, non ha per questo mancato il suo incontro quindicinale, dedicando comunque la sua attenzione allo studio delle possibilità di gestione e trattamento delle acque contenute nella pancia della nave.
"Stiamo lavorando ad un piano di monitoraggio stretto ha detto la presidente dell'Osservatorio Maria Sargentini parlando con i giornalisti per attivare tutte le misure di prevenzione durante le prossime fasi di rimozione. Dovremo essere in grado di prevenire ed eventualmente mitigare i possibili contatti di qualsiasi materiale inquinante con le acque circostanti durante il raddrizzamento della Concordia, che sia di natura organica o da idrocarburi o da metalli pesanti".
Facendo riferimento alle dichiarazioni del ministro all'ambiente Clini un paio di giorni fa, Sargentini ha confermato che, tra altre, è allo studio un'ipotesi di svuotamento parziale dello scafo inclinato sugli scogli davanti al porto del Giglio: "Un problema da studiare bene, che si lega alla tutela dell'ambiente, ma sicuramente utile anche al successivo recupero e spostamento del relitto".
"L'obiettivo condiviso è la neutralizzazione di ogni inquinante ha confermato da parte sua Siro Corezzi, rappresentante del ministero dell'ambiente nell'Osservatorio proseguendo un preciso piano di esame di tutte le parti della nave, operazione non certo facile". "Per questo motivo abbiamo iniziato per tempo, e su questo aspetto siamo addirittura in anticipo sui tempi ha concluso Sargentini -, mentre posso affermare, visti i report di Titan-Micoperi, che sull'operazione complessiva si può mantenere la fine di settembre come data limite per il recupero".