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20 aprile 2016
18:14

Bugli: "Cooperazione e accoglienza devono andare di pari passo"

FIRENZE - Pi sussidiariet , ovvero valorizzare i territori e i percorsi dal basso: parlandosi e coordinandosi, per evitare inutile doppioni. E poi definire meglio il ruolo delle Regioni, valutazioni precise sull'impatto delle politiche messe in atto (anche a distanza di anni), creazione di reti e apertura a nuovi settori capaci di apportare conoscenze e tecnologie all'avanguardia. Si parlava di cooperazione stamani all'istituto agronomico di Firenze, sede fiorentina dell'agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo. Si parlava in particolare del ruolo dei territori e l'assessore alla presidenza della Toscana Vittorio Bugli ha approfittato della presenza del vice ministro Mario Giro per richiamare l'attenzione su quegli aspetti che potrebbero trovare accoglienza nei documenti di programmazione del ministero e nell'azione concreta quotidiana.

"Regioni e autorit locali dice Bugli - possono dare un contributo importante alla cooperazione internazionale. Le loro competenze e conoscenze risultano pi che mai necessarie nell'attuale difficile momento, per l'esperienza che hanno nel gestire servizi e insegnare a gestirli, per l'attenzione alle indicazioni che arrivano dal basso e la capacit di mobilitazione".

"E' in fondo quello aggiunge che la Toscana ha fatto in questi anni, concentrando la propria attenzione nell'area del Mediterraneo che, dopo conflitti e migrazioni, diventato un ambito ancor pi strategico e prioritario.

"Oggi la vera sfida il terrorismo sottolinea -, e fare cooperazione vuol dire contrapporsi al terrore. Dieci anni fa non era cos . Dobbiamo lavorare in quei territori sperimentando forme innovative di cooperazione decentrata". Cos dal 2011 la Toscana ha aiutato Tunisia e Libano nel rafforzare percorsi democratici e di decentramento. Per la cooperazione la giunta ha impegnato duecentomila euro proprio nei giorni scorsi, da spendere nel 2016.

"Abbiamo dato il nostro aiuto racconta Bugli a processi di scambio e dialogo, abbiamo lavorato sullo sviluppo locale e con le associazioni giovanili e le universit per fare crescere i talenti pi giovani e costruire in quei paesi una classe dirigente che mancava. Li abbiamo affiancati nella costruzione di adeguati servizi pubblici e sanitari. Abbiamo insomma fatto quello che meglio sappiamo fare, in Africa, in Libano e in Palestina, convinti da sempre del nesso che esiste tra accoglienza e cooperazione".

L'una legata all'altra, oggi pi di ieri, e tutto e due tendono allo stesso obiettivo: garantire ad ogni essere vivente i suoi diritti fondamentali.

Annuisce su questo il vice ministro agli esteri Mario Giro. "La cooperazione dice non un lusso per anime belle ma l'unica strada per vivere con gli altri. Ne dobbiamo parlare con i cittadini e fare il giro delle scuole: una battaglia anzitutto culturale e non sufficiente aumentare i fondi o fare pi progetti". "Internazionalizzazione delle imprese e cultura - aggiunge poi sono parte della cooperazione, che un po' come un tridente".