FIRENZE "Vorremmo uscire da Livorno non solo avendo ricostruito quanto dobbiamo, ma con un patrimonio in pi : un livello di sicurezza maggiore". Questo uno dei passaggi del presidente Enrico Rossi intervenuto oggi in Consiglio regionale a ricapitolare quanto fatto dopo l'alluvione che ha colpito Livorno e i due comuni di Collesalvetti e Rosignano il 10 settembre scorso.
"Sulla base del piano messo a punto nei giorni seguenti l'evento, stiamo lavorando perch siano spesi bene i fondi messi a disposizione per migliorare la sicurezza dei corsi d'acqua che non hanno retto: l'Ugione, l'Ardenza, il Rio Maggiore, il Chioma. Ma ha sottolineato Rossi dobbiamo impegnarci tutti perch si alzi la consapevolezza del rischio e la capacit di reazione sia nelle istituzioni che nei cittadini". "Stiamo trattando un argomento non banale ha proseguito -. I climatologi ci hanno spiegato che questi eventi potranno ripetersi e la nostra regione vi esposta. Abbiamo ben 350 pluviometri e altrettanti idrometri che ci permettono di misurare l'avanzamento della pioggia e i livelli delle acque nei fiumi. Adesso dobbiamo lavorare a che ci siano sempre comportamenti conseguenti a situazioni di rischio. Il nostro livello di attenzione deve alzarsi".
Rossi ha quindi ricordato le buone leggi sul governo del territorio che si sono fatte in Toscana. Fin dal 2012 stato reso inedificabile il 10% del territorio, vietando di costruire negli alvei e nelle vasche di esondazione. Su quella legge si incardinato il decreto legislativo del paesaggio. E poi la legge 65 che sta entrando in vigore gradualmente, come naturale, ma impedisce nuovo consumo di suolo, unica nel panorama nazionale: entro il 2019 tutti i Comuni dovranno avere il proprio regolamento urbanistico fondato sui principi della 65.
"Si pu migliorare e approfondire, facciamolo con ponderazione ha osservato Rossi sapendo per che partiamo da una base ottima. Attenzione quindi alle regressioni e facciamo tesoro dell'insegnamento nelle parole di Machiavelli che nel XXV capitolo del Principe scrive che in tempi di quiete che gli uomini devono costruire argini contro le tracimazioni dei fiumi".