Cultura
Tutta la Toscana
20 dicembre 2022
18:30

“Biomuseologia”, il futuro dei musei coniuga cultura e sostenibilità

“Biomuseologia”, il futuro dei musei coniuga cultura e sostenibilità

Ricerca, ecoefficienza, uso degli spazi aperto e inclusivo e un modo diverso di vivere spazi museali che oggi gli anni difficili della pandemia e tecnologie nuove hanno cambiato assieme ai tempi ed alle esigenze di chi li frequenta. Di questo si occupa “Biomuseologia, il museo e la cultura della sostenibilità”, il nuovo saggio, edito da Celid, di Maurizio Vanni, museologo, storico dell’arte e curatore, presentato nella Sala Esposizioni di palazzo Strozzi Sacrati dall’autore assieme al presidente della Regione Eugenio Giani ed alla responsabile dell’Ufficio di Gabinetto Cristina Manetti.

Il volume, che si vale anche degli esperti contributi di Pietro Carlo Pellegrini, Cesare Spinelli, Elena Pampalone, Sabrina Zuccalà, Fabio Viola, Alessandra Vuoso, Won-Joo Suh, Vera Agosti e Matteo Graniti, mette al centro di tutti i progetti di rilancio delle strutture museali un’idea di “sostenibilità” non solo ambientale, ma anche economica e centrata sul pubblico dei visitatori, i veri protagonisti del tessuto culturale.

A loro, come ha evidenziato Giani, “sono destinati gli spazi espositivi, che devono sapersi trasformare ed inventare per mantenere il loro ruolo di strutture di servizio e di sapere, in una visione umanistica che mette al persona al centro di un percorso di arricchimento culturale e nello stesso tempo scientifica dove museologi ed esperti sono chiamati a studiare e sperimentare le migliori soluzioni espositive del patrimonio artistico”.

La gran parte dei musei toscani si trova all’interno di edifici di rilevanza storica e quindi soggetti a particolari vincoli e tutele che li rendono particolarmente difficili da riconvertire secondo criteri di ecoefficienza e riduzione dell’impatto ambientale.

“Biomuseologia - ha sottolineato Cristina Manetti - accompagna un periodo di generale cambiamento culturale e offre preziosi spunti di riflessione su esperienze sperimentate in istituzioni museali in Italia ed all’estero”, con una puntuale analisi delle oggettive criticità che ogni intervento su strutture storiche comporta e propone possibili soluzioni che prevedono l’impiego negli allestimenti e nelle strutture di materiali ecocompatibili, di pannelli fotovoltaici trasparenti o a basso impatto visivo per soddisfare le esigenze di ridotto consumo energetico, strategie di riuso per evitare e comunque ridurre sprechi.

Nasce da qui l’esigenza di prendere in considerazione anche nuove forme di finanziamento delle strutture museali in grado di favorirne la modernizzazione e che sappiano integrarsi in modo armonico con le risorse ed i fondi pubblici e da qui si apre l’opportunità di formare nuove figure professionali in grado di mettere al servizio dei musei competenze che spaziano dalla storia dell'arte alla conservazione e al restauro, fino ad arrivare alle specializzazioni in economia, marketing, comunicazione, sociologia, pedagogia, psichiatria ed informatica, solo per citarne alcune.

Musei e spazi espositivi possono così diventare anche promotori di una “catena del valore” che crea occupazione, mette a frutto saperi e percorsi di studio, diventa per le città ed i territori una opportunità di sviluppo che valorizza nuove funzioni e le mette al centro di progetti di crescita sostenibile e “Biomuseologia” uno spunto per una un’attenta riflessione multidisciplinare in materia.