Bruxelles – Con l'obiettivo di creare una rete di Regioni in grado di migliorare la capacità di valorizzare il legname è nato il progetto Ue Rosewood, presentato il 13 novembre 2019 durante la Conferenza sull'innovazione forestale nelle Regioni europee ospitata dalla Commissione Risorse naturali del Comitato Ue delle Regioni (CdR). "Siamo molto interessati a tutto ciò che parla di forestazione, per il valore che ha per noi come Toscana, ma anche per l'impatto che ha sul nostro paesaggio, sull'aspetto ambientale, turistico e non solo", ha commentato l'assessore all'agricoltura della Regione Toscana, Marco Remaschi, al termine del suo intervento.
Nel corso della conferenza l'assessore Remaschi ha annunciato che sarà la Regione Toscana ad ospitare l'evento finale del progetto Rosewood il 15 e 16 gennaio 2020
La Regione Toscana è uno dei 15 partner provenienti da 10 nazioni che costituiscono il progetto Rosewood, oltre ai governi regionali vi partecipano cluster tecnologici, centri di ricerca, università e aziende private. "Parliamo di progettualità, di ricerca e innovazione, ma anche di acquisire una serie di dati molto importanti per una gestione attiva delle foreste" ha continuato Remaschi, ricordando che tale gestione deve essere sostenibile sia dal punto di vista ambientale che economico, perché "se le aziende non guadagnano, non c'è né formazione né prospettiva e rischiamo di avere un grande patrimonio che non viene gestito". "In Toscana serve coinvolgere maggiormente settore il privato, che è proprietario del 90% del patrimonio forestale", ha sottolineato l'assessore.
L'assessore Remaschi ha ricordato durante il suo intervento che la Regione ha investito in questi anni molte risorse nel settore forestale perché oltre a fornire vari servizi e beni ambientali e paesaggistici, gli ecosistemi forestali producono attraverso una gestione forestale sostenibile importanti beni economici. In Europa le imprese del settore forestale contribuiscono per il 7% alla crescita economica. Il settore dà lavoro a oltre 3,5 milioni di persone in tutta l'UE. È il terzo datore di lavoro dell'Unione europea, subito dopo l'industria metallurgica e alimentare.