Servizio fitosanitario: la nuova disciplina

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Il tecnico fitosanitario sarà la sentinella sul territorio contro l’ingresso di insetti dannosi per le piante e di organismi geneticamente modificati. Convenzioni per supplire alla carenza di organici e precise modalità per gestire le emergenze. Sulla legge il gruppo Pdl si è astenuto
La Toscana potrà adesso contare su vere “sentinelle” per la difesa dei boschi, dell’agricoltura e dei vivai dall’ingresso sul territorio di insetti dannosi per le piante e di organismi geneticamente modificati. Sono i tecnici fitosanitari previsti dalla nuova legge di settore approvata dal Consiglio regionale. I consiglieri del gruppo PdL si sono astenuti.

Con la nuova disciplina il servizio fitosanitario regionale potrà stipulare convenzioni con enti locali, università, laboratori ed istituti di ricerca e potrà contare su precise modalità operative per gestire le emergenze ed impedire la diffusione di malattie pericolose.
E’ stato il presidente della commissione Agricoltura, Loris Rossetti (Pd) ad illustrare il testo, sottolineando che la normativa in vigore, approvata nel 2000, risulta ampiamente superate da direttive comunitarie, decreti legislativi e ministeriali approvati successivamente, sia rispetto alla tutela dagli organismi nocivi, sia rispetto ai requisiti professionali e strumentali per la produzione, il commercio e l’importazione dei vegetali. “Con la legge Finanziaria 2011 – ha ricordato Rossetti – le funzioni del servizio fitosanitario svolte e quelle per la fitopatologia sono state prese interamente in carico all’assessorato regionale”.
Il voto di astensione del gruppo PdL è stato motivato dal consigliere Claudio Marignani. A suo parere la legge fornisce una risposta solo parziale alle necessità della Toscana. “Nell’intesa in Conferenza Stato-Regioni dell’aprile 2010 si indicavano dotazioni del personale pari a 112 unità (76 ispettori, 25 tecnici, 11 amministrativi) – ha rilevato – Il servizio regionale avrà invece 40 ispettori e 10 tecnici. La stipula di convenzioni per adeguare l’organico non appare una risposta sufficiente”. Marignani ha ricordato che la nostra regione ha una superficie agricola senza pascoli di oltre 1 milione e 330 mila ettari, 3 punti di entrata (aeroporto di Pisa, porti di Livorno e Carrara), oltre 4000 aziende vivaistiche, con oltre 7000 certificati import/export emessi.
“E’ vero, l’organico previsto è di 112 persone, ma come facciamo con il blocco delle assunzioni?” ha replicato l’assessore all’agricoltura Gianni Salvadori, ricordando lo sforzo fatto, con corsi di formazione specifici, per permettere a dieci dipendenti di ottenere le certificazioni previste. L’assessore ha inoltre precisato che sono previste spese per 1 milione e 810 mila euro, di cui 600 mila in investimenti, a fronte di un finanziamento statale, per il solo primo anno, di 700 mila euro.
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Aggiornato al:
28.11.2011
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68844