Conversazioni Pubbliche
3, 4, 10 Agosto, 2024
Nel mese di agosto l’antico teatrino Malaspina (Mulazzo), da poco finito di ristrutturare dal comune di Mulazzo grazie ai finanziamenti ottenuti con un PNRR, ha ospitato tre giorni di Conversazioni pubbliche in cui un dialogo pubblico con l’antropologo Riccardo Boggi, un incontro di poesia con il professor Giuseppe Benelli, videoarte e performance sono stati il primo output artistico-curatoriale della ricerca di Provinciale11 intorno al tema del suolo, inteso come supporto fondamentale dei ritmi rurali di coltivazione della terra, come elemento del paesaggio, ma anche come “ciò che sta al di sotto”, e dunque come un elemento invisibile connesso alla credenza e alla pratica magica.
Restituzione pubblica
Mostra conclusiva del programma di residenza al Teatrino Malaspina di Mulazzo
28 Settembre - 1 Dicembre, 2024
Il 28 settembre il pubblico è stato invitato a conoscere gli esiti della ricerca sviluppata da Provinciale 11 nel contesto della Residenza Artistica. Le artiste e gli artisti coinvolti a esplorare il tema del Suolo nelle sue accezioni scientifiche, filosofiche e culturali, sono stati Lara Dâmaso, Marina Cavadini e Shuai Paolo Peng, che per l’occasione hanno sviluppato interventi site-specific attraverso linguaggi che affondano nelle arti performative e visuali.
Marina Cavadini ha proposto un testo immersivo, una proiezione nella quale le parole divengono flusso caotico. Maturate durante il periodo di residenza le riflessioni di Cavadini esprimono un processo artistico in divenire, un dialogo in atto con le antiche statue stele e le condizioni atmosferiche del territorio Lunigianese. Shuai Paolo Peng ha portato invece un’installazione di terra, piante essiccate provenienti dalla Cina e semi coltivabili; e Stone Diary, una performance video realizzata da Peng durante la residenza dove i suoi appunti presi su pietra, utilizzando l’acqua del fiume Magra, riflettono sul processo di scrittura della parola. Infine, Lara Dâmaso ha guidato il pubblico in un percorso sonoro-spaziale attraverso le vie del borgo che ha culminato negli spazi del Teatrino Malaspina nel quale l’atto performativo si è fatto eco. Una vocalizzazione dalle vibrazioni primordiali ha riecheggiato nella piazza antistante dialogando con il paesaggio, mentre un particolare drappo-scultoreo realizzato dall’artista e installato all’interno dello spazio, è stato proposto come sipario fisico e metaforico rievocando l’identità dell’architettura e la sua storia.