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Piano paesaggistico regionale, una cornice di regole certe per mantenere il valore del paesaggio

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Il Piano paesaggistico della Toscana, a due anni e mezzo dall'avvio della sua redazione, è stato approvato dalla Giunta regionale nello scorso mese di gennaio.

Si tratta di un lavoro poderoso, che riguarda non soltanto la cosiddetta ‘vestizione' dei diversi Beni paesaggistici sui quali già insistono vincoli apposti dallo Stato, bensì l'intero territorio regionale, secondo quanto previsto sia dalla Convenzione europea del paesaggio che dal Codice nazionale dei beni culturali e del paesaggio. Il piano non tratta dunque i soli paesaggi eccellenti e la loro conservazione, ma anche i paesaggi delle periferie, delle lottizzazioni, delle zone industriali anche degradate, dei bacini fluviali, delle aree interne in abbandono, delle colline coltivate e delle piane urbanizzate, con la finalità di definire le regole utili alla loro riqualificazione e a migliorarne la qualità anche paesaggistica. Queste regole riguardano le relazioni e le interdipendenze fra quattro invarianti strutturali del buon governo del territorio: gli equilibri idrogeomorfologici, la continuità e la qualità della rete ecologica, la qualità  e la complessità del sistema insediativo policentrico, la qualità dei paesaggi agrosilvopastorali; le regole stesse sono trattate nel piano anche in forma figurata per consentirne una comprensione ai non esperti nei percorsi partecipativi di gestione del piano.

Il Piano, portato a termine con la collaborazione sia degli enti locali che del sistema delle università toscane (rappresentate dal CIST-Centro interuniversitario di scienze del territorio), ha ricevuto a fine dicembre l'attestazione di conformità da parte del Ministero competente (MiBACT), traguardo raggiunto a oggi soltanto da due regioni italiane (la Puglia e la Toscana) fra le molte che stanno lavorando a concludere i rispettivi piani.    

Per la Toscana nel suo insieme il paesaggio, anche se appare quasi scontato ricordarlo, costituisce un valore aggiunto straordinario: non solo è un bene comune di tutti i suoi abitanti, che incorpora la memoria del lavoro e della cultura delle generazioni passate e costituisce un patrimonio per le generazioni a venire, ma costituisce un fattore decisivo per l'attrazione degli investimenti, e dunque per le diverse iniziative economiche attivabili sul territorio regionale. Inoltre, l'attenzione posta alle regole e modalità di riqualificazione delle urbanizzazioni contemporanee, apre un'opportunità di riorganizzazione  qualitativa  e di rilancio del settore dell'edilizia.

A questo riguardo il Piano offre una cornice di regole certe, finalizzate a mantenere il valore del paesaggio anche nelle trasformazioni di cui esso è continuativamente oggetto, promuovendo nel contempo una migliore conoscenza delle peculiarità identitarie dei paesaggi regionali, urbani e rurali, e del ruolo che essi possono svolgere nelle politiche di sviluppo; una maggior consapevolezza della necessità di politiche integrate; un rafforzamento del rapporto tra paesaggio e partecipazione, tra cura del paesaggio e cittadinanza attiva.

Il Piano, ora all'attenzione del Consiglio regionale cui spetta il compito di adottarlo e infine, dopo il periodo di osservazioni aperte alla cittadinanza, di approvarlo, costituisce tuttavia già da ora, con la sua ricca dotazione di conoscenze, un riferimento significativo per una presa in conto più adeguata dei paesaggi oggetto di progetti di trasformazione.
 

Anna Marson

Assessore all'Urbanistica, pianificazione del territorio e paesaggio

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13.02.2014
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11426024