Aggiornamento in: Cultura Musei

La Magna Charta del Volontariato per i Beni Culturali

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Se posso sognare un museo che mi
accoglie, penso a custodi che non mi
sorvegliano solo come potenziale vandalo,
che non sono lì per punirmi se squilla il
cellulare (…).
Se posso sognare un museo che mi
accoglie, mi immagino un personale
"curioso della mia curiosità", che sorride
in cuor suo per la mia visita perché prova
piacere che siano apprezzate le "sue"
stanze, custodi a loro volta di preziosi
indizi, di storia, pittura e scienza.

Isabella Venturi
 


Scopo della Magna Charta è favorire il riconoscimento, la programmazione e l'organizzazione dell'attività del volontariato dei beni culturali e integrare la sua azione con quelle delle istituzioni statali e locali attraverso un progetto pilota che possa costituire un modello replicabile ed esportabile. Il documento potrà essere recepito e fatto proprio da enti e associazioni che potranno, se vorranno, adattarlo ad esigenze specifiche. Un volontariato dei beni culturali più forte e organizzato significa anche cittadini e istituzioni più consapevoli e attente alla tutela del nostro patrimonio culturale.


La Toscana ha una tradizione secolare nel volontariato che risale, in alcune prime forme, al XIII secolo. Si tratta di una tradizione che ha, peraltro, caratteri propri di civismo e di riconoscimento della finalità collettiva del patrimonio artistico. Ne è una testimonianza
significativa la ricchezza di opere d'arte depositatasi nel tempo, per mecenatismo, negli ospedali. Nell'800 e nel ‘900, ancora una volta la Toscana si distingue nell'organizzazione di associazioni, biblioteche circolanti, università popolari, che intendono favorire l'accesso all'istruzione e alla cultura alle masse popolari.
Più di recente la straordinaria partecipazione di giovani di tutto il mondo, gli angeli del fango, alla salvaguardia dei beni culturali in occasione dell'alluvione dell'Arno, nel 1966, apre un nuovo capitolo nella storia del volontariato dei beni culturali e documenta come la Toscana abbia saputo veicolare un messaggio di universalità del suo patrimonio.

Forte anche di questa memoria la Toscana riflette sul volontariato nel campo dei beni culturali per qualificarne la missione sulla base dell'art. 9 della Costituzione e dell'evoluzione della società che si riflette, in modo particolare, nella riforma del Titolo V della Costituzione e nel Codice dei beni culturali e del paesaggio.
Il Titolo V della Costituzione stabilisce, all'art. 118, che Stato, Regioni, città metropolitane, Province e Comuni favoriscono l'autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, per lo svolgimento di attività d'interesse generale.
Il Codice dei beni culturali e del paesaggio ribadisce il valore educativo e civile del patrimonio culturale e chiama più soggetti, pubblici e privati, a concorrere alla sua valorizzazione.

Le istituzioni e le associazioni di volontariato che si riconoscono nella Magna Charta s'impegnano nell'affermazione di questi principi e, sulla base delle convinzioni maturate dalla comunità dei volontari e dei professionisti della cultura e della lunga pratica delle associazioni di volontariato nella regione, riconoscono nel volontariato questi valori e funzioni.

Il manuale del volontario nasce nell'ambito delle attività che Cesvot ha realizzato negli ultimi anni a supporto delle associazioni di volontariato che operano nel settore dei beni culturali. A partire dal 2008, grazie anche alla collaborazione con la Federazione Toscana Volontari Beni Culturali, il Cesvot ha sostenuto momenti di riflessione e confronto sul territorio con lo scopo di rafforzare la visibilità delle associazioni e la loro capacità di fare rete. Una prima importante tappa di quel percorso è stato il convegno "Il volontariato nei beni culturali: lo stato dell'arte in Toscana", promosso nel 2009 proprio all'interno di Lu.Be.C.
Quella prima significativa presenza del volontariato toscano al salone Lu.Be.C. ha segnato anche l'avvio della collaborazione fra Cesvot, Fondazione Promo P.A., la Regione Toscana e la Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici. Nel 2010, infatti, abbiamo attivato nelle nostre Delegazioni territoriali un percorso di riflessione e ascolto delle associazioni di volontariato per capire come
rendere più efficace e incisivo il rapporto tra volontariato dei beni culturali e istituzioni.
Da quell'esperienza, presentata a Lu.Be.C. 2010, è emersa una necessità e volontà comune: realizzare, in modo condiviso e partecipato, delle linee guida che contribuissero a sostenere e regolamentare la collaborazione tra volontariato ed istituzioni.

Promo PA Fondazione

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Aggiornato al:
11.03.2016
Article ID:
248849