Villa Medici di Fiesole

Fiesole (Firenze), via Beato Angelico 2

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La villa Medici di Fiesole è stata costruita su una preesistente casa da signore appartenuta a Niccolò Baldi, e acquistata nel 1458 da Cosimo il Vecchio de' Medici per suo figlio Giovanni.
Come ricorda il Vasari a quest'ultimo si deve l'incarico a Michelozzo per la realizzazione di "un magnifico ed onorato palazzo, fondato dalla parte di sotto nella scoscesa del poggio [di Fiesole] con grandissima spesa, ma non senza grande utile".
Collaboratori di Michelozzo furono il Rossellino e Antonio Manetti detto il Ciaccheri, la cui presenza sul cantiere è documentata nel 1455.
Dal 1451 al 1455 si procedette all'edificazione della fabbrica e fino al 1457 alla sistemazione agraria dei terreni, alla piantagione dei frutteti, alla collocazione dei mobili e degli arredi, comprese due Madonne commissionate a Donatello.

Deceduto Giovanni de' Medici nel 1463, la villa fu ereditata da Piero di Cosimo de' Medici, detto il Gottoso, e nel 1469 a suo figlio Lorenzo il Magnifico, che la ampliò, incrementandone considerevolmente le rendite, con l'acquisto di vari terreni e quattro cave di pietra.
Nel periodo laurenziano la villa accentuò quella funzione, già emersa all'epoca di Giovanni di ritiro spirituale e circolo culturale nello spirito umanistico, divenendo un luogo di ritrovi letterari frequentato da Marsilio Ficino e Agnolo Poliziano che proprio in questo isolato buen retiro scrisse il Rusticus.

Nel 1671, considerata inadeguata alle esigenze della corte medicea, il granduca Cosimo III decise di venderla al consigliere di stato Cosimo Del Sera, che subito iniziò un'importante opera di restauro dell'intera proprietà.
Passò poi ai Durazzini e, nel 1722, venne acquistata dai Borgherini che l'abitarono stabilmente fino al 1768, quando, con l'estinzione della famiglia nel 1771, fu per breve tempo di Albergotto degli Albergotti. Costui la rivendette nel 1772 a Margaret Rolle d'Ayton, vedova di Lord Walpole conte di Orford, fratello del più celebre Horace, e contessa di Orford, nonchè vedova del secondo marito Sewallis Shirley, che si era trasferita dall'Inghilterra in Italia.
Lady Orford ampliò l'architettura dell'edificio portandolo alle attuali proporzioni di grosso cubo a sviluppo pari per tutti i lati con l'aggiunta di una fetta muraria annessa al lato nord.
Ereditata nel 1781 da Giulio Mozzi, fu acquistata dal pittore e mercante d'arte inglese William Blundell Spence nel 1862, per passare poi all'artista Blundell Spence, a Harry Mac Calman, a lady Sybil Cutting che trasformò la proprietà con l'intervento dell'architetto inglese Cecil Pinsent.
Nel 1938 lady Cutting la donò alla figlia Iris Cutting Origo, che nel 1959 la vendette ad Aldo Mazzini di Prato.

 

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Aggiornato al:
10.11.2023
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416655