Giardino di Pratolino

Vaglia, località Pratolino, via Fiorentina 276
 

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Nel 1568, Francesco I de' Medici acquistò la possessione di Pratolino e, nell'anno seguente, iniziarono i lavori su un progetto redatto da Bernardo Buontalenti d'intesa col principe. Ampi bacini, grandi vivai, e una sequenza di Gamberaie sostituirono la tazza delle fontane che ornavano il più tradizionale "giardino all'italiana".
Numerose grotte presero il posto delle nicchie e dei più modesti ninfei rinascimentali. Spalliere di lauro, abetine e quercete furono piantate invece di siepi di bosso e di mortella.
Pratolino venne concepito come un grande parco moderno.

Sotto la vigile guida del principe, Bernardo Buontalenti, Bonaventura da Orvieto, Goceramo da Parma, e Tommaso Francini realizzarono quegli "ingegni magnifici", le "opere miracolose", gli "stupendi artifici" che dettero tanta fama e celebrità a Pratolino da farne un "giardino delle meraviglie".
I suoi visitatori rimanevano stupiti dalla musica degli organi idraulici, dallo spettacolo offerto loro da numerosi teatrini di automi azionati dall'energia idraulica, e dal canto degli uccelli prodotto da macchine eroniane.
I termini di Pratolino, Giardino, Paradiso divennero sinonimi. Illustri letterati descrissero le grotte, le fontane, e i giochi d'acqua di Pratolino che, contemporaneamente, celebri artisti riproducevano nei loro taccuini, mentre gli architetti e gli esperti di idraulica cercavano di appropriarsi delle soluzioni tecniche adottate da Francesco de' Medici.

Michel de Montaigne fu il primo che ricordò minutamente la villa e il parco. Dieci anni più tardi fu la volta di Fynes Moryson e, più tardi, vi giunsero artisti e architetti come Giovanni Guerra, Solomon De Caus, Heinrich Schichkart.
In seguito, la diffusione delle incisioni di Stefano della Bella contribuì non poco a consacrare Pratolino a modello europeo dell'arte dei giardini.
Artisti che si erano formati nel cantiere di Pratolino come Costantino de' Servi e Francesco Cioli, idraulici come Tommaso Francini e Cosimo Lotti, architetti come Baccio del Bianco, furono richiesti a Parigi, Londra, Praga, Madrid, e persino nel Libano da Fakhr-ad-Din principe dei Drusi.
Addirittura Tommaso Francini, apprezzato costruttore di alcuni automi, fu il capostipite di una famiglia che per generazioni potè vantare la responsabilità di "Soprintendente generale alle acque e fontane di Francia".

Nella seconda metà del XVIII secolo, per ragioni di economia il granduca Pietro Leopoldo sospese i lavori necessari alla sua costosa manutenzione, e molte sue sculture vennero trasportate nel giardino di Boboli a Firenze.
Nel 1814, Ferdinando III affidòal giardiniere boemo Joseph Frietsch il 'restauro' di Pratolino, cosa che avvenne con l'ampliamento del giardino mediceo, e la sua trasformazione in parco paesaggista.
Durante quei lavori venne abbattuta la villa cinquecentesca per sostituirla con un'altra dal disegno neoclassico, ma la morte di Ferdinando III, nel 1824, non ne consentì la realizzazione.
Pratolino venne ceduto dagli Asburgo Lorena come loro bene privato ai principi Demidoff nel 1872.
Venduto nel 1969 alla Società Generale Immobiliare SOGENE, è stato acquistato nel 1982 dall'Amministrazione Provinciale di Firenze.

 

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Aggiornato al:
10.11.2023
Article ID:
416718