Musei
Leonardo in Toscana
Musei toscani per l'Alzheimer
Fabrizia Landi
Fabrizia Landi
Sì, sì, vieni... guarda com'è bella la pieve di
Cascia di notte! Ecco, di qui si va al Museo: entra. Vedi lo splendore degli
argenti? E i tessuti dei parati, i reliquiari in legno dorato, i dipinti;
guarda l'olmo sacro diventato immortale perché un pievano lo volle affrescato
nella sua camera. Con la notte tutto è incantato: là San Michele Arcangelo ha
già sconfitto il drago, ma se ascolti senti ancora le grida del duello e
l'ansito dei contendenti, e vedi laggiù, la fiamma della candela di Santa
Brigida agitarsi e brillare più viva. Tutto si anima, di notte, i fiori tessuti
sui parati sacri sembrano sbocciare e il saluto di Gabriele a Maria arriva come
un'eco lontana: guarda, il Bronzino l'ha dipinto ancora affannato per il volo.
Qui invece, Maria è seduta in trono e allatta il Bambino, come l'ha chiesta il
vescovo Folchi alla bottega del Ghirlandaio, e Santi di Tito la mostra
disperata, con il Figlio morto tra le braccia. E' una Madre che grida tutto il
suo dolore: anche il cielo partecipa a questo dramma, guarda com'è scuro, non
come questa notte così limpida e
pura...
Vieni, ti mostro un'altra madre
adesso. Torniamo nella pieve. Ecco, lo chiamano il Trittico di San Giovenale.
Il fondo oro è la gloria del Paradiso: si usava nel gotico, ma non c'è altro di
antico; guarda le figure scolpite nel colore, e come sono umani i loro volti:
Maria è pensosa perché sa cosa dovrà accadere; il Bambino mangia golosamente
l'uva, Sant'Antonio abate è imbronciato, San Giovenale si concentra sul suo
libro... e degli angeli non vediamo il volto. Il trono sfonda lo spazio, il
fondo oro non è che un simbolo ormai. E quelle lettere capitali umanistiche, in
basso, nessuno le aveva usate prima in un dipinto. C'è scritta anche una data:
23 aprile 1422.
Non avevo ancora ventun anni, a quel tempo... ed è mia madre
che ho ritratto nella Madonna. Sì, sono proprio chi pensi. Ma non stupirti!
Questa è una notte d'incanto e di magia... è la Notte dei Musei.